lunedì 31 gennaio 2011

Maroni teme l'invasione dal Maghreb

Bisogna promuovere un'azione diplomatica immediata e forte azione per i Paesi del Maghreb che sono in rivolta". Lo afferma il ministro dell'Interno Roberto Maroni in una intervista al Corriere della Sera. "Temo - aggiunge - l'invasione, noi siamo la porta dell`Europa. Quando leggo che un carcere di massima sicurezza egiziano è stato dato alle fiamme e i detenuti sono scappati, prevedo che effetti potrebbe avere questa situazione. Dalla Tunisia già arriva qualche piccolo segnale e dunque è proprio l'Italia a dover guidare l'Europa in questa fase, tenendo conto che dalla stabilità di questi Stati dipende anche la nostra stabilità".

Crisi tunisina: filo diretto Tunisi -Pantelleria

Finalmente sono tornati i quotidiani nelle edicole del centro. Ma per Pantelleria è impossibile trascurare quanto accade nella dirimpettaia Tunisia. Per sopperire al mancato arrivo dei quotidiani nelle contrade continueremo ad informare sull’evoluzione della crisi tunisina.

31 gennaio 2011- ''Parte della mia famiglia ha partecipato alle manifestazioni, i miei stessi nipoti hanno preso parte alla difesa della citta' contro le milizie armate che volevano seminare il caos e il terrore nella citta'''. E' quanto ha dichiarato il principe tunisino Faycal Bey al settimanale francese 'Point de vue', commentando quanto sta accadendo in questi giorni in Tunisia. ''Sapevo che la Tunisia sarebbe esplosa da un momento all'altro – ha proseguito il principe Faycal Bey- In molti, forse sbagliando, avevano previsto un colpo di Stato. Tutto cio' non e' accaduto. Il popolo tunisino sta dando oggi al mondo lezioni di coraggio e dignita'''.
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Lo hanno accolto a migliaia, come un eroe, al grido di ''Allahu Akbar!'' (Dio e' il piu' grande).
Rachid Ghannouchi il fondatore del partito islamico tunisino Ennahda (Rinascita), fuorilegge e perseguitato durante il regime di Ben Ali, e' tornato oggi in patria dopo 22 anni di esilio. E con lui per la prima volta nella nuova Tunisia e' tornato anche visibile il popolo musulmano, che pure ha partecipato alla rivoluzione, ma mantenendo un basso profilo, a conferma dell' unicita' di un movimento guidato non da leader riconoscibili o ideologie, ma da una coscienza comune affamata di liberta'. Un valore questo cui si e' subito associato Ghannouchi, invitando i suoi seguaci a ''continuare la rivoluzione, preservarla e tradurla in democrazia, giustizia, eguaglianza'', ha detto appena giunto da Londra all'aeroporto di Tunisi in tarda mattinata. Il leader islamico, che nel 1989 fuggi' alla persecuzione di Ben Ali, rifugiandosi nella capitale britannica, ha poi fugato tutti i dubbi sulle sue aspirazioni con il rientro in patria: ''Torno in Tunisia, ma non ho intenzione di presentarmi alle elezioni, ne' legislative ne' presidenziali'', ha affermato. ''E non ci sara' alcun candidato di Ennahda. Dopo vent'anni di assenza il mio partito non e' pronto a giocare un ruolo sulla scena politica. La priorita' e' ricostruirlo''. Ma poi non ha escluso una qualche partecipazione al processo di transizione. Tuttavia impressionanti le scene di giubilo all' arrivo di Ghannouchi, il cordone di gente che lo proteggeva dalla folla urlante, le migliaia di islamici che non si erano ancora visti tutti insieme nemmeno nelle grandi manifestazioni di piazza della 'rivolta del gelsomino'. E l'annuncio del suo arrivo non ha lasciato indifferente chi teme che, con la ritrovata liberta', la Tunisia rischi anche una radicalizzazione religiosa. Tanto che all'aeroporto ad accogliere Ghannouchi c'era anche un piccolo gruppo di difensori della laicita', che innalzavano cartelli contro l'integralismo islamico. Un possibilta' remota, secondo il pensatore islamico-moderato Mohammed Talbi: ''In Tunisia il partito islamico rappresenta una minoranza, non ha la forza per imporsi al momento, anche perche' e' indubbio che il movimento alla base della rivolta e' senza religione, e' un movimento laico''

domenica 30 gennaio 2011

Una vedova 91enne aggredita da un pantesco nell'agrigentino

Una vedova 91enne e' stata aggredita e rapinata a casa da un malvivente che le ha scippato la collana d'oro che aveva al collo, mentre era intenta a cucinare. E ccaduto a Joppolo Giancaxio, piccolo centro dell'agrigentino. L’anziana pensionata, che vive da sola, aveva lasciato aperta la porta d’ngresso della sua abitazione nel centro storico confidando nel atto che nel paese non si erano mai verificati grossi reati. Il ragazzo, immediatamente fuggito, credeva di essere riuscito a far perdere le proprie tracce, ma i carabinieri, allertati dalla centrale operativa di Agrigento, sono riusciti a risalire alla sua identita'.
Il ragazzo, originario di Pantelleria e ospite di una comunita' per minori, messo alle strette, ha confessato, indicando anche un complice, un altro giovane, questa volta maggiorenne, di Joppolo Giancaxio. I militari sono riusciti cosi' a recuperare la refurtiva che il complice N.A., 19 anni, aveva gia' ricettato, portandola presso uno degli esercizi commerciali che si occupa di compravendita di oro usato nel capoluogo, intascando la somma di 300 euro.
Il gip del Tribunale di Agrigento, su richiesta della Procura, ha cosi' emesso il provvedimento cautelare dell'obbligo di soggiorno con permanenza domiciliare nelle ore notturne, nei confronti di Nicolo' Argento. La posizione del minorenne e' al vaglio della Procura della Repubblica del Tribunale per i Minorenni di Palermo.

sabato 29 gennaio 2011

Crisi tunisina: filo diretto Tunisi -Pantelleria

Finalmente sono tornati i quotidiani nelle edicole del centro. Ma per Pantelleria è impossibile trascurare quanto accade nella dirimpettaia Tunisia. Per sopperire al mancato ’arrivo dei quotidiani nelle contrade continueremo ad dare informazioni sull’evoluzione della crisi tunisina.

29 gennaio 2011. Il premier tunisino Mohammad Ghannouchi ha indicato nella transizione democratica e nel rilancio economico le "due principali sfide" del Paese. Contestato da giorni da centinaia di dimostranti che ne chiedono le dimissioni, il premier ha formato giovedì scorso un nuovo governo, da cui sono stati lasciati fuori i ministri già in carica sotto il deposto presidente Zine El Abidine Ben Ali, ad eccezione di due tecnici e dello stesso Ghannouchi.
Parlando ieri ai microfoni della televisione privata Nesma, il premier ha sottolineato come la Tunisia non abbia "una forte esperienza in materia di transizione democratica, (ma) ha l'obbligo di raccogliere questa sfida politica". Il Paese, ha aggiunto, ha "tutti i mezzi necessari per attuare con successo questa transizione democratica, che permetterà a tutti i tunisini, di qualsiasi appartenenza politica, di esprimersi in totale libertà e scegliere la classe dirigente dopo questa fase transitoria".
Ghannouchi ha quindi ribadito la necessità di riavviare al più presto le attività economiche, sottolineando come nonostante la "congiuntura difficile", le reti dell'elettricità e delle telecomunicazioni siano rimaste in funzione.
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Mattinata calma a Tunisi, dopo i violenti scontri di ieri sera scoppiati quando le forze di polizia hanno fatto sgomberare la piazza della Casbah da centinaia di manifestanti, per poi recintarla con barriere di filo spinato. Negli scontri, secondo fonti ospedaliere, sono rimaste ferite circa quindici persone, mentre altre hanno avuti problemi respiratori dovuti all'aria impregnata dai gas dei lacrimogeni sparati dalle forze dell'ordine Dopo lo sgombero i manifestanti si erano riversati nella
centralissima Avenue Bourghida, dove hanno danneggiato autovetture e infranto vetrine di negozi. Per ristabilire l'ordine e' nuovamente intervenuta la polizia.
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Il Canada, indicato come destinazione preferita per l'ex presidente tunisino, non vuole concedere l'asilo a Zine Abidine Ben Ali e la sua famiglia "Non sono i benvenuti, voglio essere chiaro, non sono benvenuti nel nostro paese", ha affermato oggi il primo ministro canadese Stephen Harper, citato dalla Montreal gazette.
Il Canada sostiene "gli sviluppi democratioci che stanno avvenendo" in Tunisia, ha detto Harper, dopo aver ricevuto il primo ministro marocchino Abbas el Fassi. Harper ha anche ammesso preoccupazione per la presenza in Canada del miliardario Belhassan Trabelsi, fratello della moglie di Ben Ali', giunto nel paese con moglie e quattro figli. "Il Canada usera' tutti gli strumenti a sua disposizione per cooperare con la comunita' internazionale nel trattare i membri dell'ex regime", ha aggiunto.
La polizia canadese ha riferito di aver ricevuto dall'Interpol la richiesta di individuare dove si trovino i familiari di Ben Ali, ma ha spiegato che cio' "non costituisce un mandato d'arresto per la legge canadese". Ben Ali si trova al momento in Arabia Saudita. I suoi beni in Svizzera sono stati congelati e nei suoi confronti la Tunisia ha spiccato un mandato d'arresto internazionale.

venerdì 28 gennaio 2011

Crisi tunisina: filo diretto Tunisi -Pantelleria

Finalmente sono tornati i quotidiani nelle edicole del centro. Ma per Pantelleria è impossibile trascurare quanto accade nella dirimpettaia Tunisia. Per sopperire al mancato ’arrivo dei quotidiani nelle contrade continueremo ad dare informazioni sull’evoluzione della crisi tunisina.

28 gennaio 2011. La Tunisia ha chiesto ufficialmente al Canada di arrestare il cognato miliardario di Ben Ali, Belhassen Trabelsi. Lo ha detto l'ambasciatore tunisino a Ottawa. Nel frattempo, il governo canadese gli avrebbe revocato lo stato di residente permanente. Belhassen Trabelsi, atterrato a Montreal lo scorso venerdi' con il suo jet personale, con la moglie i figli e una governante, si troverebbe ora in un albergo a Vaudreuil, a ovest di Montreal, in Quebec.
Belhassen Trabelsi e' uno dei fratelli della moglie di Ben Ali, ed e' arrivato in Canada con un regolare permesso di residenza permanente, non richiedendo asilo politico, come ha precisato nei giorni scorsi il ministro dell'Immigrazione canadese, Jason Kenney. La sua presenza in Canada ha suscitato la profonda reazione dei tunisini canadesi, viste le accuse di corruzione per altissime somme di denaro nel suo paese.
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Ieri sera alla tv nazionale tunisina sono state trasmesse per la prima volta le immagini dell'arresto di alcuni membri della famiglia di Ben Ali, tra questi si riconosce Imed Trabelsi, il nipote dell'ex first lady Leila. Il breve video mostra la polizia che ferma i parenti di Ben Ali all'aeroporto di Tunisi.
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''La missione di questo governo e' portare il Paese alla democrazia''. Lo ha affermato il primo ministro tunisino, Mohamed Ghannouchi, nell'annunciare in serata la nuova composizione dell'esecutivo dopo il rimpasto che ha estromesso i ministri legati al regime di Ben Ali. Sono 12 in
tutto i ministri sostituiti. Ecco di seguito le frasi piu' significative nell'atteso annuncio di Gannouchi :''E' un governo provvisorio con una missione ben precisa permettere al Paese il passaggio alla democrazia''. ''La sua missione e' di permettere al Paese la transizione verso la democrazia e perseguira' questa missione fino all'organizzazione delle elezioni che rifletteranno la volonta' del popolo''. ''Il governo appena costituito e' un governo provvisorio e di transizione''. ''La scelta dei nuovi ministri e' stata effettuata sulla base dell'efficacia e della capacita' di affrontare le sfide''
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Varato nuovo governo. Rimangono anche due dei tre leader dei partiti di opposizione legale: Ahmed Chebbi (Partito Democratico progressista) e Ahmed Brahim (Ettajdid), mentre il Forum Democratico del Lavoro e delle Libertà, che aveva ritirato il suo rappresentante Mustapha ben Jafaar dal primo esecutivo, rimane assente. Confermato anche il Ministro-blogger, Mohamed Aolou, aldicastero per la Gioventù e lo Sport. Rimane da risolvere il nodo delle opposizioni illegali: rimangono assenti dall'esecutivo e fino all'applicazione della legge di amnistia non potranno organizzare alcuna campagna elettorale: di fatto, appaiono al momento escluse dalla gestione della transizione, altro aspetto che potrebbe minare la credibilità del nuovo esecutivo.
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Nell'ambito dell'ondata di manifestazioni che da settimane percorre la Tunisia, una marcia delle donne ''per la cittadinanza, l'uguaglianza e la dignita''' e' in programma domani pomeriggio a Tunisi.

giovedì 27 gennaio 2011

Ancora due sbarchi tunisini a Pantelleria

Le modalita' sono sempre le stesse: gommoni che non superano i cinque metri, dotati di motori discarsa potenza. A bordo 5-10 uomini, senza documenti, sedicenti tunisini. La novita' e' che adesso arrivano direttamente in porto. Un gruppo di sette e' sbarcato presso gli ormeggi delle motovedette della Guardia Costiera, davanti ai marinai, nella mattinata di ieri. Un altro, di cinque, questa notte, sulla diga foranea, individuato dalla motovedetta di soccorso. L'allarme per quest'ultimo era scattato dopo che una telefonata anonima, girata alla sala operativa di Pantelleria dalla Guardia di finanza, aveva segnalato la presenza di persone che chiedevano aiuto a bordo di un gommone. Gli immigrati sono stati consegnati ai carabinieri. Uno dei natanti e' stato sequestrato, l'altro era gia' affondato all'arrivo dellamotovedetta.

Crisi tunisina: filo diretto Tunisi - Pantelleria

Finalmente sono tornati i quotidiani nelle edicole del centro. Ma per Pantelleria è impossibile trascurare quanto accade nella dirimpettaia Tunisia. Per sopperire al mancato ’arrivo dei quotidiani nelle contrade continueremo ad dare informazioni sull’evoluzione della crisi tunisina.

27 gennaio 2011 Il ministro tunisino della Giustizia, Lazhar Karoui Chebbi, ha annunciato che 698 persone sono state arrestate durante le proteste delle ultime settimane in Tunisia, prima contro il deposto presidente Ben Ali e poi contro il nuovo governo di transizione, accusato di non aver portato un taglio netto con il passato. Si tratta, ha spiegato il ministro durante una conferenza stampa, di persone sospettate di ''sabotaggio, aggressione e saccheggio''.
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L'Interpol ha spiccato un mandato d'arresto internazionale nel confronti dell'ex presidente tunisino, Zine el Abidine Ben Ali, e di sei suoi familiari. E' quanto si legge sul sito web dell'organizzazione.
"Il dipartimento centrale di Tunisi ha emesso un'allerta globale attraverso la rete internazionale dell'Interpol per cercare e arrestare l'ex presidente tunisino e sei suoi parenti", si legge sul sito
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Il rimpasto di governo promesso dalle autorita' tunisine per placare le proteste contro il nuovo esecutivo di transizione, accusato di non aver portato un vero taglio con il passato, dovrebbe essere annunciato in giornata. Lo ha confermato all'agenzia di stampa ufficiale tunisina 'Tap' il portavoce del governo e ministro dell'Istruzione, Taieb Baccouch.
L'annuncio era previsto per ieri, ma poi e' slittato a causa del prolungarsi dei colloqui per la distribuzione dei ministeri. Ieri pomeriggio si e' appreso che il rimpasto riguardera' anche i ministeri dell'Interno, della Difesa e degli Esteri. A breve e' attesa anche la nomina di nuovi governatori provinciali.
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Diverse centinaia di persone si sono radunate anche questa mattina davanti agli uffici del primo ministro Mohammed Ghannouchi a Tunisi, per mantenere la pressione sul governo di transizione.
Molti manifestanti hanno bivaccato per la quarta notte consecutiva, nonostante il coprifuoco, sotto le finestre degli uffici del premier, mentre il Paese attende ancora l'annuncio del rimpasto del governo di transizione che, dopo quotidiani rinvii, è atteso per oggi.
”Negoziati serrati sono ancora in corso per arrivare a una composizione finale del governo che sia convincente per l'opinione pubblica", aveva dichiarato ieri sera in televisione il ministro per lo Sviluppo regionale, Ahmed Nejib Chebbi. I sindacati intanto hanno proclamato una giornata di sciopero generale a Sidi Bouzid, nel centro del Paese, culla della rivolta tunisina. Ieri, l'Union generale des travailleurs tunisiens (UGTT), che ha svolto un ruolo cruciale nella rivolta tunisina,
ha dato una dimostrazione di forza organizzando uno sciopero generale a Sfax, seconda città del paese, in cui migliaia di persone hanno chiesto le dimissioni del governo.

mercoledì 26 gennaio 2011

"Face a Face" a Pantelleria

Si ingrandisce ancora, con 40 spettacoli e mise en espace di autori contemporanei francesi in 25 teatri di 13 citta' italiane, comprese per la prima volta alcune minori come Forli', Lecce, Noto e Pantelleria, 'Face a face - Parole di Francia per Scene d'Italia' alla quinta edizione, promossa dall'Ambasciata di Francia in Italia, mentre si spera che il nostro paese riesca a organizzare a giugno l'altra parte della manifestazione, 'Parole d'Italia per Scene di Francia', visto che il principale referente per la promozione del nostro teatro, l'Eti, e' stato chiuso quest'anno dal governo. La conferenza stampa di presentazione e' stata quindi un sottolineare, anche con le parole dello stesso ambasciatore Jean-Marc de La Sabliere, l'impegno per la manifestazione, l'importanza che ha per la diffusione della cultura francese nel nostro paese, con la pubblicazione della traduzione di molte opere (45 testi tradotti e 23 pubblicati)
Finalmente sono tornati i quotidiani nelle edicole del centro. Ma per Pantelleria è impossibile trascurare quanto accade nella dirimpettaia Tunisia. Per sopperire alla mancata distribuzione dei quotidiani nelle contrade continueremo a dare informazioni sull’evoluzione della crisi tunisina.

26 gennaio 2011. E' atteso per oggi a Tunisi l'annuncio di un rimpasto all'interno del nuovo governo di unità nazionale. Secondo quanto ha annunciato il portavoce dell'esecutivo, al-Tayib al-Bakush, citato dalla tv di stato tunisina, verrà presentata la composizione definitiva dell'attuale governo e verranno anche nominati i nuovi governatori e gli ambasciatori.
La decisione è stata persa dopo una settimana di manifestazioni nelle quali i gruppi di opposizione chiedevano l'allontanamento dalla vita politica degli esponenti del regime di Ben Ali.
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Un giovane disoccupato tunisino si e' tolto la vita dandosi fuoco a Gafsa, nel sud est del paese nordafricano, davanti alla sede di un sindacato. Lo riferiscono alcuni media tunisini, precisando che la vittima, Aleddin Gammat, stava prendendo parte a una manifestazione contro l'ondata di scioperi, interrotta poi dall'intervento delle forze di sicurezza che hanno sparato colpi di arma da fuoco in aria. Un secondo tentativo di suicidio e' avvenuto inoltre a Rgueb, vicino Sid Bouzid, il centro da cui nelle scorse settimane e' partita l'ondata di proteste che ha portato alla caduta del governo del presidente Zine El Abidien Ben Ali.
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Muammar Gheddafi ha cambiato idea sulla rivoluzione tunisina. Mentre a caldo si era detto "dispiaciuto" per la caduta di Zine Al-Abidine Ben Ali e aveva affermato che per lui "resta il legittimo presidente della Tunisia", il leader libico ora afferma di sostenere la rivoluzione in Tunisia anche se teme che dietro si celi la mano di potenze straniere.
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"Il volere del popolo si e' dimostrato piu' forte degli ordini di un dittatore". Cosi' Baraci Obama ha fatto riferimento alla rivolta in Tunisia dove dopo settimane di dimostrazioni e proteste e' stato rovesciato il governo di Zine al Abidine Ben Ali da 23 anni al potere.
"Gli Stati Uniti d'America sono schierati al fianco del popolo della Tunisia e sostiene le aspirazioni democratiche di tutti i popoli", ha aggiunto il presidente nel suo discorso sullo stato dell'Unione, facendo un paragone tra il modo lineare in cui procedono le dittature e quello "caotico" ma sempre preferibile delle democrazie.
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La polizia tunisina ha sparato lacrimogeni contro un gruppo di manifestanti che ha tentato di forzare un posto di blocco nel centro di Tunisi. Secondo quanto riferisce la tv satellitare 'al-Arabiya', i manifestanti tentavano di avvicinarsi alla sede del premier, Mohammed Ghannouchi, per chiedere le dimissioni del nuovo governo di unità nazionale. Intanto oggi, sempre per lo stesso motivo, i sindacati hanno proclamato lo sciopero generale nella città costiera di Sfax.
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Le case automobilistiche internazionali stanno rivedendo i loro legami commerciali con i membri della famiglia del deposto Presidente Zein al Abdine Ben Ali, che controllano le importazioni di veicoli nel Paese. Ford, Daimler e Audi hanno confermato al Financial Times di aver avviato una revisione delle loro operazioni di vendita nel Paese, alla luce degli ultimi sviluppi politici.
Ford vende le autovetture attraversi la società Alpha Ford, di cui è azionista il cognato di Ben Ali, Belhassen Trabelsi; Daimler agisce sul mercato attraverso Le Moteur, di cui è azionista il genero Marouane Mabrouk; infine Porche, Volkswagen, Audi e Seat vendono attraverso l'azienda Ennakl, di proprietà di un altro genero, Sakher al Materi.

martedì 25 gennaio 2011

Convocazione Consiglio Comunale di Pantelleria

Domani 26 gennaio 2011 ore 10, 30. convocazione Consiglio Comunale.
Ordine del giorno: interrogazioni Estumulazioni salme cimitero di Pantalleria; Via Peppino Impastato, mancata indicazione con apposita segnaletica; Piano investimenti regionali per miglioramento strutture ospedaliere; Interpellanze e mozioni: P.R.G. di Pantelleria, Reiterazione vincolo destinazione urbanistica zona F6 “Istituti superiori” in località Santa Chiara.

Crisi tunisina: filo diretto Tunisi - Pantelleria

Finalmente sono tornati i quotidiani nelle edicole del centro. Ma per Pantelleria è impossibile trascurare quanto accade nella dirimpettaia Tunisia. Per sopperire al mancato ’arrivo dei quotidiani nelle contrade continueremo a dare informazioni sull’evoluzione della crisi tunisina.

25 gennaio 2011. Il nuovo governo tunisino e' ''un prolungamento del regime precedente'', in cui la maggior parte dei volti ''sono gli stessi''. Lo dichiara, in un'intervista esclusiva al canale tv francese France 24, il leader del movimento islamista Ennahda, Rached Ghannouchi, in esilio a Londra dal 1989. Ora, aggiunge, occorre ''fondare un'assemblea costituente, che elaborera' una nuova Costituzione per un vero regime democratico'', altrimenti ''verra' un dittatore simile'' al deposto Ben Ali. ''Noi non vogliamo una dittatura, ne' in nome del nazionalismo, ne' in nome dell'islamismo, ne' in nome della modernita'''.
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L'allarme è scattato già a Natale, quando è diventato chiaro che numerose pagine erano scomparse dal network più popolare del mondo. Joe Sullivan, il responsabile della sicurezza di Facebook, rivela ora, con un'intervista al magazine americano The Atlantic ripreso oggi da Le Monde, la lotta ingaggiata dal suo staff per contrastare "Anmar", il sistema di censura del web messo in campo dal governo di Ben Ali. Dopo diversi giorni, Sullivan ha infatti scoperto che le autorità tunisine stavano cercando di fermare la diffusione su Internet della propaganda rivoluzionaria, attraverso un sistema capace di rubare le password degli utenti tunisini di Facebook. Lo staff di Sullivan ha allora tentato di eludere il problema, da una parte utilizzando un protocollo criptato in grado di respingere la maggior parte delle tecniche di spionaggio, e dall'altra inserendo un nuovo sistema di verifica dell'identità degli utenti, attivato solo nei giorni degli scontri. I responsabili di Facebook fanno comunque sapere che quanto accaduto per la Tunisia resterà "un caso eccezionale" e di non aver agito spinti da motivazioni politiche, bensì per garantire la sicurezza dei propri internauti.
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Il governo transitorio tunisino guidato dal premier Mohamed Ghannouchi ha stabilito di stanziare l'equivalente di 260 milioni di euro a favore delle zone rurali del Paese maghrebino, le piu' povere, dalle quali ha preso le mosse il mese scorso la rivolta popolare tuttora in corso, che ha condotto alla caduta dell'ex presidente Zine al-Abidine Ben Ali e del suo regime. La decisione e' stata resa nota dal ministro per lo Sviluppo Regionale, Ahmed Nejib Chebbi, gia' tra i leader dell'opposizione, durante un'apparizione televisiva. Chebbi ha spiegato che il denaro sara' destinato alla realizzazione di progetti per lavori pubblici, ai risarcimenti a favore delle aziende che nel corso dei tumulti hanno subito danni, e agli indennizzi riservati alle famiglie di coloro che lo stesso ministro ha definito "i
martiri", caduti in seguito alla brutale repressione delle proteste da parte delle forze di sicurezza per ordine di Ben Ali. Specialmente nelle province centrali della Tunisia e' molto diffuso un sentimento di risentimento nei confronti della capitale e delle localita' turistiche costiere, dove si concentrano la maggior parte delle risorse nazionali: non a caso, tra le richieste dei contestatori la principale riguarda proprio una maggiore parita' di trattamento tra le diverse aree del Paese.
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Per la seconda notte consecutiva, centinaia di manifestanti tunisini si sono accampati davanti agli uffici del premier ad interim, Mohammed Ghannouchi, per chiedere le sue dimissioni. Un portavoce del governo, Taieb Baccouch, aveva annunciato un imminente rimpasto con almeno sei nuovi ministri. "Siamo qui per far cadere il governo", ha spiegato Lotsi Abbes, un chimico arrivato a Tunisi dal sud del Paese. Le figure del vecchio regime che sono entrate nel governo di unita' nazionale "sono come un cancro", ha aggiunto il manifestante, "dobbiamo ripulire tutto". "Devono andare via, resteremo qui finche' non se ne andranno", ha assicurato Mehrezia Mehrez, arrivata a Tunisi con il marito e le due figlie dalla citta' industriale di Kasserine, nel centro del Paese. "Siamo venuti qui perche' e' un'occasione unica per arrivare a un vero cambiamento nel nostro Paese", ha raccontato Hassem, un contadino di Kebili.

lunedì 24 gennaio 2011

Tornano i quotidiani

Oggi 24 gennaio i quotidiani tornano a Pantelleria grazie all'intervento dell'Enac che li farà volare gratis.

Oggi. Consiglio Comunale

24 gennaio 2011 Consiglio comunale
Consiglio Comunale ore 19
Ordine del Giorno: Istituto Sup. V. Almanza

Crisi tunisina: filo diretto Tunisi - Pantelleria

Per Pantelleria è impossibile trascurare quanto accade nella dirimpettaia Tunisia. Per sopperire al mancato ’arrivo di quotidiani nell’isola pubblicheremo, fin tanto che la situazione non si normalizzerà, le principali notizie sull’evolversi degli avvenimenti.

Tunisi, 24 gennaio 2011 - Nuovi scontri sono avvenuti stamane davanti all'ufficio del Premier tunisino tra manifestanti, che hanno lanciato pietre ed oggetti vari, e polizia, che ha risposto con bombolette di gas lacrimogeno. Stamattina le scuole avrebbero dovuto aprire i cancelli ma alcune hanno deciso di rinviare l'apertura a causa di uno sciopero indetto dagli insegnanti che chiedono lo scioglimento del governo di transizione nato dopo la deposizione del presidente Zine El Abidine Ben Ali.
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Lo sciopero a tempo indeterminato degli insegnanti delle scuole elementari tunisine sta avendo "un grande seguito" in tutto il Paese. Lo ha affermato Nabil Haouachi, membro del sindacato nazionale degli insegnanti primari, nel giorno della teorica ripresa dei corsi, sospesi dalla "rivoluzione dei gelsomini".
"Non abbiamo un quadro completo della situazione ma sembra che lo sciopero sia riuscito a Medenine, Tataouine (sud-est), Madia (centro-est) e Kasserine (centro-ovest)", ha dichiarato Haouachi. Il governo di transizione ha decretato la ripresa delle lezioni in tutte le scuole ma i sindacati degli insegnanti hanno lanciato un appello a uno "sciopero illimitato" per protestare contro la presenza di membri dell'ex regime nel governo di transizione.
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- E' provato Attilio Bellucci, general manager del circo Bellucci che per giorni e' rimasto bloccato in Tunisia a causa della rivolta. ''E' stato come rientrare in paradiso'', ha detto appena e' salito sulla nave della compagnia Tirrenia che la notte scorsa e' arrivata al porto di Napoli.
Stamattina lo sbarco. E i ricordi, ''tanti e bruttissimi''. La paura di morire c'e' stata, ammette: ''Abbiamo avuto paura di morire quando abbiamo visto la gente morire, quando abbiamo visto sparare, quando abbiamo visto camion investire le persone''.
Scene di guerra, dice, ''in un paese dove non e' mai volata una mosca, dove ci sentivamo in una botte di ferro''. Ed invece ''non e' andata cosi''. ''Ci sono stati dei giorni in cui tutti potevano fare tutto - racconta Attilio Bellucci - hanno sparato lacrimogeni per giorni e giorni. E poi, gente che provava a rubare nel nostro circo, la polizia ne ha arrestati 18. E poi, ancora, la paura che se la prendessero con noi italiani quando tra le mille voci si e' diffusa anche quella che Ben Ali si fosse rifugiato in Italia''. ''Momenti infiniti'', Bellucci li descrive cosi', scanditi anche dalla mancanza di cibo per i circa 50 animali ''e perfino del latte per una nostra piccola bimba di tre mesi che poi ci ha fornito l'ambasciata''.
E' dallo scorso 10 gennaio che il circo - 100 persone, 50 animali - e' rimasto bloccato in Tunisia. ''Ad un certo punto la polizia aveva avuto l'ordine di sparare se qualcuno avesse attaccato il nostro circo. Poi, l'annuncio dell'Ambasciata, 'state tranquilli, abbiamo pensato a voi' - conclude Bellucci - non finiremo mai di ringraziare il ministro degli Esteri che ci ha aiutato. Ora? Ora si ricomincia a lavorare, vicino Roma.

sabato 22 gennaio 2011

A Cuffaro subentra Castiglione medico che operà anche a Pantelleria

A Salvatore Cuffaro, condannato per favoreggiamento alla mafia, al Senato subentrera' Maria PiaCastiglione. La geografia politica pero' non muta. Candidata nella lista dell'Udc, anche lei ha aderito al Pid, Popolari di Italia Domani, promosso dal gruppo siciliano in rotta conCasini. Nata 55 anni anni fa a San Vito Lo Capo, in provincia diTrapani, Maria Pia Castiglione e' medico neurologo che svolge attivita' specialistica ambulatoriale a Trapani, Pantelleria e Castellammare del Golfo. E' in politica da molti anni. Tra il1991 e il 1993 e' stata sindaco di San Vito Lo Capo, poi consigliere provinciale di Trapani, infine consigliere comunale del suo paese. Fino al settembre dell'anno scorso e' stata presidente provinciale dell'Udc a Trapani. Ha ufficializzato la sua adesione al Pid il 3 gennaio durante un'assemblea presieduta da Calogero Mannino. Sposata con un ingegnere, una figlia, si dichiara grande amica di Toto' Cuffaro. ''Provo per lui - dice - un grande dispiacere. Per me resta un amico dotato di grande umanita', disponibilita' e generosita'. Tutti gli dobbiamo tanto''. Alle politiche del 2008 gli unici tre senatori dell'Udc sono stati eletti in Sicilia. Ora il gruppo e' diviso. Con Casini e' rimasto Gianpiero D'Alia, eletto nella circoscrizione orientale; Cuffaro e Aparo Burgaretta (subentrato ad Antonello Antinoro che aveva optato per il seggio di eurodeputato) sono passati al Pid. Ora la Castiglione rimpiazza Cuffaro senza alterare gli equilibri in Senato.

Crisi tunisina: filo diretto Tunisi -Pantelleria

Per Pantelleria è impossibile trascurare quanto accade nella dirimpettaia Tunisia. Per sopperire al mancato ’arrivo di quotidiani nell’isola pubblicheremo, fin tanto che la situazione non si normalizzerà, le principali notizie sull’evolversi degli avvenimenti.

22 gennaio 2011 - Ripartono stamane le proteste in Tunisia con manifestazioni per le strade di Tunisi e di Sidi Bou Said. A guidare le nuove dimostrazioni il sindacato Ugtt che, in una riunione stamane, "ha chiesto la dissoluzione del nuovo governo di transizione e la formazione di un governo di salvezza nazionale" ha spiegato il numero due del sindacato Abid Briki. I manifestanti, ha affermato "vogliono cancellare ogni traccia del partito di Ben Ali, Rcd. E un cambiamento di questo tipo non puo' avvenire se non con un ribaltamento totale".
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Il centro di Tunisi al momento e' completamente bloccato da una grande manifestazione cui partecipano poliziotti, vigili del fuoco, protezione civile ed anche membri della guardia nazionale. ''La polizia e' al fianco del popolo'' e' uno degli slogan urlati dai manifestanti. Lungo Avenue Bourghiba sfila anche un camion dei pompieri con a bordo decine di manifestanti. Al suo passaggio la gente applaude e si unisce ai cori.
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Un gruppo di circa 400 poliziotti si è riunito a Tunisi di fronte all'ufficio del primo ministro ad interim Mohamed Ghannouchi, per protestare contro le dure condizioni di lavoro e contro l'immagine che i media nazionali hanno dipinto della polizia nei giorni delle manifestazioni contro il presidente deposto Zine el-Abidine Ben Ali. Lo riferisce l'emittente satellitare al-Jazeera, secondo la quale i poliziotti sostengono di essere stati ingiustamente additati come i responsabili delle politiche repressive adottate dall'ex governo. Gli agenti protestano anche contro il loro sindacato, invitandolo a contribuire a una rappresentazione più corretta della realtà su giornali e televisioni.
Nei giorni antecedenti la fuga di Ben Ali dal Marocco, la polizia è stata indicata come l'esecutrice degli ordini di repressione, per un bilancio complessivo che secondo dati ufficiali di Tunisi si attesta sui 78 manifestanti morti. L'esercito, al contrario, avrebbe appoggiato la rivolta e si sarebbe rifiutato di eseguire gli ordini di Ben Ali, contribuendo alla sua caduta.
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''In considerazione delle ultime notizie sulla Tunisia, le partenze verso il Paese rimangono sospese almeno fino a lunedi' 31 gennaio 2011''. Lo afferma, in una nota, l'Astoi (Associazione tour operator italiani).

venerdì 21 gennaio 2011

Crisi tunisina: filo diretto Tunisi - Pantelleria

Per Pantelleria, confinante con il Nord Africa e ponte naturale tra quella cultura e l’Italia, è impossibile trascurare quanto accade nella dirimpettaia Tunisia. Per sopperire al mancato ’arrivo di quotidiani nell’isola pubblicheremo, fin tanto che la situazione non si normalizzerà, le principali notizie sull’evolversi degli avvenimenti.

21 gennaio 2011- E' stata convocata per questa mattina nel centro di Tunisi dai gruppi di opposizione una nuova manifestazione contro il partito dell'ex presidente Zine el-Abidine Ben Ali. Secondo quanto riferisce l'inviato della tv araba 'al-Jazeera', si prevede che la marcia abbia un maggiore seguito rispetto a quelle degli ultimi giorni. I manifestanti, pur apprezzando i provvedimenti adottati dal governo transitorio sulla liberazione dei detenuti politici e la riammissione dei partiti fuori legge, chiede l'allontanamento dalla vita politica di tutti gli ex dirigenti del Raggruppamento costituzionale democratico (Rcd) di Ben Ali.
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Il nipote del deposto presidente tunisino Ben Ali, Imed Trabelsi, non sarebbe morto durante la rivolta di Tunisi, come affermato nei giorni scorsi dai media internazionali, ma sarebbe ancora vivo e rifugiato in Italia. E' la convinzione dei blogger tunisini vicini all'opposizione, che da ieri notte discutono di questo tema sul web. Il dibattito è iniziato quando uno di loro ha postato un video nel quale appare Trabelsi nelle ore della rivolta, impegnato a preparare la fuga.
Nel video si vede il nipote di Ben Ali seduto all'interno di una stazione di polizia, circondato da alcuni agenti della sicurezza del deposto presidente. A spingere i blogger a pensare che sia riuscito a scappare in Italia, è il fatto che Trabelsi parla con voce concitata al telefono in italiano con un interlocutore non identificato. "No, no, no, dammi il piano del volo, mi lasceranno andare - dice - Presto per favore, la situazione è veramente critica". Secondo il blogger tunisino Needhal Jerby il video è stato girato il 14 gennaio, nel giorno della fuga di Ben Ali, all'interno della stazione di polizia di Bourj Louzir, a poche centinaia di metri dall'aeroporto di Tunisi e poco lontano dalla città costiera di La Goulette, un comune a nord di Tunisi, del quale era sindaco dallo scorso maggio.
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Sono iniziati oggi in Tunisia i tre giorni di lutto per le vittime della rivoluzione dei gelsomini, cosi' definiti i giorni di scontri e proteste che hanno portato alla deposizione del presidente Zine El Abidine Ben Ali. I tre giorni di lutto sono stati proclamati dal governo transitorio per commemorare le 78 vittime (secondo l'Onu sarebbero 100) delle proteste uccise negli scontri con la polizia dall'inizio delle manifestazioni esplose a meta' dicembre.
Il governo ad interim, nella sua prima riunione di ieri, ha approvato una legge di amnistia generale che libererebbe i prigionieri politici e legalizzerebbe quei partiti considerati fuori legge da Ben Ali.
Tra i gruppi politici banditi vi e' il movimento islamista Ennahdha (Risveglio), il cui leader Rached Ghannouchi, in esilio a Londra, era stato condannato all'ergastolo dal regime dell'ex presidente per l'accusa di complotto contro lo Stato.
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Nuovo sbarco di clandestini a Pantelleria. Sei cittadini extracomunitari, a bordo di un gommone di tre metri, sono giunti al molo Wojtyla l’altro ieri notte, intorno alle 3.30. Sono stati bloccati dai carabinieri e rifocillati con un pasto caldo nella caserma di via Trieste, prima di essere trasferiti nel centro d'accoglienza presso la caserma Barone di Contrada Arenella.
Gli immigrati hanno dichiarato di essere partiti ieri mattina da Haouaria, un localita' nei pressi di Kelibia, in Tunisia. Stasera saranno trasportati con il traghetto "Cossyra" a Trapani. E' il quinto sbarco in una settimana che porta a 31 gli uomini arrivati dalla Tunisia.

giovedì 20 gennaio 2011

Immigrazione: malasanità pantesca

Il sindacato di polizia Silp per la Cgil ha denunciato alla Procura di Trapani che un medico, in servizio a Pantelleria, non ha segnalato agli organi competentiche un immigrato, sbarcato due giorni fa sull'isola, era affetto da tubercolosi. Secondo il sindacato, l'immigrato avrebbe riferito al sanitario la sua patologia, ma il medico -in corso di identificazione - non avrebbe avviato alcuna procedura. L'immigrato, pertanto, ha viaggiato in nave da Pantelleria a Trapani ed in aereo da Palermo a Bologna, senza alcuna precauzione, a contatto con poliziotti e ignari, civili, passeggeri, dice il Silp.

Crisi tunisina: filo diretto Tunisi -Pantelleria

Per Pantelleria, confinante con il Nord Africa e ponte naturale tra quella cultura e l’Italia, è impossibile trascurare quanto accade nella dirimpettaia Tunisia. Per sopperire al mancato ’arrivo di quotidiani nell’isola pubblicheremo, fin tanto che la situazione non si normalizzerà, le principali notizie sull’evolversi degli avvenimenti.

20 gennaio 2011. - "Tutti i ministri del partito di Ben Ali, Rcd, si sono dimessi dal partito" ha detto una fonte spiegando che la decisione segue quella del presidente a interim Foued Mebazaa e del premier a interim Mohammed Ghannouci che hanno annunciato la stessa decisione ieri "rinunciando alle loro funzioni all'interno del Rcd per segnare una rottura totale con il passato". I ministri resteranno tuttavia al loro posto nell'esecutivo. Nei giorni scorsi quattro ministri, tre rappresentanti del sindacato tunisino Ugtt e l'esponente dell'opposizione Moustafa Ben Jaafar si erano dimessi dal governo provvisorio per chiedere appunto le dimissioni degli esponenti del partito di Ben Ali
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La sede di Monastir del Rcd, il partito dell'ex presidente Ben Ali, a Monastir, e' stata incendiata nel corso di una manifestazione promossa da avvocati della citta' che chiedevano lo scioglimento del partito. Il fatto e' accaduto ieri pomeriggio quando dal gruppo dei manifestanti, che indossavano la toga professionale, sono uscite alcune persone che hanno appiccato l'incendio. Secondo un testimone oculare la polizia, che seguiva la manifestazione, non e' intervenuta. E' l'unico incidente che viene segnalato, per la giornata di ieri e la notte scorsa, in città.
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Le autorita' tunisine hanno proceduto all'arresto di oltre una trentina di membri della famiglia del presidente destituito, Zine el-Abidine Ben Ali. Secondo quanto riferito dai fonti locali, si tratta in tutto di 33 persone, fermate nei giorni scorsi mentre tentavano di lasciare il Paese. A seguito dell'ondata di rivolte in tutto il Paese, Dalla Svizzera e' giunto proprio oggi l'annuncio del congelamento di tutti i conti intestati all'ex presidente e alla consorte. Il presidente ad interim Fouad Mebazaa, parlando davanti alla tv di Stato, ha intanto garantito "una rottura totale" con il passato, un sistema giudiziario indipendente e liberta' d'informazione.
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Nel giorno del primo consiglio dei ministri del nuovo governo, una nuova manifestazione e' in corso in pieno a centro a Tunisi. Alcune centinaia di persone si sono raccolta come ieri in viale Bourghiba, scandendo slogan a favore del cambiamento..
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Ci sarebbe lo zampino degli Stati Uniti dietro la fine del regime tunisino e la fuga del presidente deposto Zine el-Abidine Ben Ali. E' quanto sostiene il settimanale francese Le Canard Enchaine', che cita alcune dichiarazioni riservate e non confermate del ministro degli Esteri di Parigi, Michele Alliot-Marie. "Sono gli americani che hanno preso in mano la situazione - avrebbe detto la ministra. I militari americani hanno parlato con gli omologhi tunisini e a Ben Ali e' stato chiesto di lasciare senza esitazione il territorio".
Nella comunicazione riservata, la Alliot-Marie si giustificava per non aver compreso fin da subito la portata delle proteste tunisine. "A noi non e' arrivato nulla - avrebbe detto - Sono stati gli americani a intervenire, erano convinti che sostenere il regime con la forza non avrebbe fatto altro che preparare il terreno, a lungo termine, agli islamisti". "Inutile precisare - si sarebbe poi giustificata - che gli americani non si sono presi la briga di tenerci informati".

mercoledì 19 gennaio 2011

Crisi tunisina: filo diretto Tunisi - Pantelleria

Per Pantelleria, confinante con il Nord Africa e ponte naturale tra quella cultura e l’Italia, è impossibile trascurare quanto accade nella dirimpettaia Tunisia. Per sopperire al mancato ’arrivo di quotidiani nell’isola pubblicheremo, fin tanto che la situazione non si normalizzerà, le principali notizie sull’evolversi degli avvenimenti.

19 gennaio 2011. *Tunisia/ Marzouki: il premier Ghannouchi se ne vada: "Basta con mito islamisti col coltello fra i denti"
Il primo passo verso il futuro della Tunisia è "che il premier Ghannouchi se ne vada. Il suo governo
non ci appartiene": è quanto afferma Moncef Marzouki, leader del Congresso per la Repubblica (CPR), partito della sinistra laica, rientrato in Tunisia ieri dopo due decenni di esilio, in un'intervista telefonica ad Alix van Buren su Repubblica. "Il popolo intero chiede la dissoluzione dell'Rcd, il partito di Ben Ali, il pilastro della dittatura", prosegue il neurologo-scrittore, il cui partito era vietato sotto il regime di Ben Ali, secondo il quale è "come se nella Germania del 1989 Honecker avesse guidato la transizione verso la democrazia".
Il leader del Congresso per la Repubblica è emozionato, esulta e non appena arriva a Tunisi si fionda a Sidi Bouzid, dov'è scoppiata la rivolta, e bacia la terra dov'è sepolto Bouaziz, il giovane martire della Rivoluzione: "Immolandosi con le fiamme il 17 dicembre - spiega - ha dato fuoco alla legna rinsecchita del regime di Ben Ali".
Secondo Marzouki qualche apertura si è già vista: "Oggi ho parlato per la prima volta nella mia vita alla radio tunisina. Si è aperto un dibattito reale". La transizione però deve essere guidata da "un governo coi partiti che si sono battuti contro la dittatura: comunisti, Lega democratica, Verdi , islamisti di An Nahda, insomma tutti, tranne l'Rcd". Se la prende inoltre con chi dipinge sempre gli islamisti con il coltello fra i denti: "Confondere Ghannouchi con Bin Laden è come equiparare Berlinguer e Pol Pot".
Sulla possibilità di candidarsi ci tiene a sottolineare: "Lo farò se il partito mi presenterà (...). Le questione urgenti sono altre: restituire la sovranità al popolo, assicurare elezioni
libere , trasparenti, democratiche". E in fretta.
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- Il premier tunisino, Mohammed Ghannouchi, ha convocato per domani a Tunisi la prima riunione del nuovo governo di unità nazionale. Lo riferisce la tv satellitare 'al-Arabiya'. In questo modo il primo ministro cercherà di avviare comunque le attività del nuovo esecutivo, nonostante la defezione annunciata ieri di cinque dei suoi ministri, quattro vicini al sindacato Uggt e uno dell'Unione per la liberta' e il lavoro. Sia il premier sia il presidente ad interim, Foued Mebazaa, si sono dimessi dal partito di Ben Ali sperando di poter placare la protesta di chi vuole l'Rcd fuori dal governo.
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- Sono 1.700 i detenuti evasi dal carcere di Chebba, localita' sulla costa centrale della Tunisia,secondo quanto riporta la stampa locale. Le guardie carcerarie avrebbero tentato di bloccarli facendo uso delle armi, uccidendo alcuni rivoltosi. Sempre secondo la stampa, si tratterebbe di detenuti per reati comuni residenti, nella maggior parte, in localita' vicine. Molti di loro, proclamandosi innocenti, si sarebbero posti a disposizione dei gruppi di cittadini che hanno costituito ronde e posti di blocco a difesa dei loro villaggi.

Andamento lento ma continuano gli sbarchi a Pantelleria

Tre immigrati tunisini sono sbarcati la notte scorsa sull'isola di Pantelleria. I tre erano a bordo di un gommone di piccole dimensioni che si e' incagliato tra le rocce. I tunisini hanno dichiarato, come spiega la Guardia costiera, di provenire dal porto di Kelibia, in Tunisia. Sprovvisti di documenti, i sedicenti tunisini sono tutti i sesso maschile e di giovane eta'.
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Intanto in Italia la stampa si allarma:
Avvenire: "A pantelleria per sfuggire al caos" La Caritas, in preparazione arrivi massicci dal Nord Africa al nostro paese.
Il Giornale: L'Italia ha paura. Ondata di tunisini in fuga dalla violenza.

martedì 18 gennaio 2011

Pantelleria, continuano gli sbarchi dei tunisini

Proseguono gli sbarchi di migranti a Pantelleria. Altri sette sono stati bloccati stamattina dai carabinieri e dai marinai della guardia costiera. Gli extracomunitari hanno dichiarato d'essere partiti dal porto di Haouria in Tunisia, e di aver attraversato ilCanale di Sicilia a bordo di un gommone di piccole dimensioni,non ancora ritrovato. Sono tutti giovani e in buono stato disalute.

Crisi tunisina: filo diretto Tunisi - Pantelleria

Per Pantelleria, confinante con il Nord Africa e ponte naturale tra quella cultura e l’Italia, è impossibile trascurare quanto accade nella dirimpettaia Tunisia. Per sopperire al mancato ’arrivo di quotidiani nell’isola pubblicheremo, fin tanto che la situazione non si normalizzerà, le principali notizie sull’evolversi degli avvenimenti.

18 gennaio 2011- Chi ha provocato il "massacro" in Tunisia dovra' renderne conto alla giustizia. Lo ha affermato il primo ministro riconfermato Mohammed Ghannouchi in un'intervista a 'Europe 1' in cui ha sottolineato anche, relativamente al nuovo governo, che "tutti i ministri che sono rimasti hanno le mani pulite e una grande competenza". "Hanno sempre agito - ha aggiunto il premier - per preservare gli interessi nazionali". Tornando alle violente proteste nel Paese Ghannouchi ha anche assicurato che "l'esercito non ha mai aperto il fuoco contro i manifestanti" e che "lo stato d'emergenza e' stato annunciato poche ore prima la fuga del presidente ben Ali". "La mia prima direttiva alle forze dell'ordine e' stata di non sparare in nessun modo contro la popolazione. Avevano solo il diritto di usare dei lacrimogeni, oppure proiettili di gomma".
Nell'intervista Ghannouchi ha affermato anche di aver avuto l'impressione che "negli ultimi tempi, alla fine del regno, la Tunisia fosse gestita dalla moglie di Ben Ali, Leila Trabelsi" Secondo alcune indiscrezioni la moglie di Ben Ali avrebbe fatto sparire il tesoro di Ali stipando un aereo con 1,5 tonnellate di lingotti d'oro. Infine il premier ha confermato che il massimo dirigente del movimento islamico Ennahdha, Rached GHannouci, non rientrera' dall'esilio a Londra se non verra' prima approvata una legge sull'amnistia che cancelli la condanna all'ergastolo del 1991.
- Non si fermano a Tunisi gli scontri tra i militari e i sostenitori del presidente destituito Zine el Abidine Ben Ali. Nonostante l'annuncio di un'amnistia del nuovo governo di unita' nazionale, all'alba si sono uditi colpi d'arma da fuoco nel quartiere La Marsa e nella zona residenziale di Gammart, dove si trovano le sedi di diverse ambasciate. Le milizie che sostengono Ben Ali hanno
causato diversi incidenti anche in altri quartieri della capitale.

-Intanto ieri a Pantelleria. oltre al gommone già segnalato nelle nostre notizie flash. un altro è arrivato sulla nostra isola con otto extracomunitari in localita' Nika'. Fermati da carabinieri e uomini della guardia costiera gli otto uomini hanno detto di essere tunisini e hanno dichiarato di essere partiti da Capo Bon. Sono stati portati nella caserma dei carabinieri dove hanno ricevuto indumenti asciutti e cibo. Saranno trasferiti nel centro di accoglienza a Trapani.

lunedì 17 gennaio 2011

Arrivano a Pantelleria i primi tunisini in fuga

Un gommone alla deriva di 4 metri di lunghezza, con 7 persone a bordo, a circa 15 miglia a sud-ovest delle coste di Pantelleria, e' stato soccorso alle 13:30 da una motovedetta della Guardia Costiera A bordo tutti tunisini, maschi e maggiorenni, in buone condizioni di salute: sono stati trasportati a Pantelleria.

Crisi tunisina: filo diretto Tunisi - Pantelleria

Per Pantelleria, confinante con il Nord Africa e ponte naturale tra quella cultura e l’Italia, è impossibile trascurare quanto accade nella dirimpettaia Tunisia. Per sopperire all’arrivo di quotidiani nell’isola pubblicheremo, fin tanto che la situazione non si normalizzerà, le principali notizie sull’evolversi degli avvenimenti.

17 gennaio 2011 -L'oppositore storico tunisino in esilio, Moncef Marzouki, ha annunciato oggi da Parigi la sua candidatura alle elezioni presidenziali previste nel giro dei prossimi due mesi in seguito alla caduta del presidente Zine al Abidine Ben Ali Marzouki e' leader del Congresso per la Repubblica, partito della sinistra laica messo fuori legge sotto il regime.

Sara' annunciato oggi il nuovo governo tunisino dopo gli scontri avvenuti ieri tra soldati e fedelissimi di Zine al-Abidine Ben Ali vicino al palazzo presidenziale a Cartagine. Un leader dell'opposizione ha detto all'Afp che il governo non includera' partiti vicini all'ex presidente, fuggito in Arabia Saudita venerdi' scorso dopo l'escalation di proteste contro il regime.
Oltre all'assalto dell'esercito al palazzo di Cartagine, le forze di sicurezza hanno ucciso due uomini armati che si erano nascosti in un edificio vicino al ministero degli Interni nel centro di Tunisi. Un altro scontro a fuoco ha avuto luogo vicino al quartier generale del principale partito dell'opposizione, il Partito democratico progressista.
'Sembra che la moglie di Ben Ali sia partita con l'oro'', lo ha detto un alto funzionario francese spiegando che 1,5 tonnellate d'oro equivalgono a 45 milioni d'euro avrebbe preso il volo con lei verso l’esilio. Il presidente Ben Ali, non si aspettava una caduta cosi' rapida, scrive ancora Le Monde. Secondo Parigi, Ben Ali avrebbe anche registrato un messaggio alla nazione che pero' non ha avuto il tempo di diffondere. Ben Ali, quindi, non voleva lasciare il Paese volontariamente ma sarebbe stato destituito. L'esercito e il capo di Stato maggiore, che si e' rifiutato di sparare sulla folla, secondo i servizi segreti europei hanno giocato un ruolo di primo piano nella destituzione dell'ex leader tunisino.

domenica 16 gennaio 2011

C'è il rischio di invasioni di migranti tunisini

''La situazione in Tunisia e'drammatica perche' oltre ai moti e alle proteste continue anchedopo la fuga di Ben Ali, altre fughe, ben piu' gravi, stannoavvenendo dalle carceri del paese nordafricano e c'e' ilpericolo che questi detenuti attraversino il breve braccio dimare che li separa da noi e ce li ritroviamo fuori dalle nostrecase''. Lo dice la senatrice della Lega Nord e vicesindaco di Lampedusa, Angela Maraventano. ''Con Ben Ali - aggiunge - la situazione del fenomeno migratorio da quel paese era tenuta sotto controllo, ora non piu'. Ora, con il caos, tutto puo' accadere: detenuti e non, spinti dalla gravissima crisi politica ed economica non ci pensano due volte a fuggire verso l' Europa del sud inparticolare sulle coste italiane''. Per la deputata ''Lampedusa,ma anche Pantelleria, Mazara, Pozzallo sono li ad un tiro di schioppo e non possiamo permetterci un'altra invasione. Sembra di rivivere la stessa situazione dell'Albania negli anni '90 che poi ha aperto il fronte degli sbarchi''. (ANSA).

giovedì 13 gennaio 2011

L'opinione di Lombardo sulle trivellazioni

"Non abbiamo niente da impedire alle nuove trivellazioni, purche' vengano fatte rispettando l'ambiente e le comunita' locali". Lo ha detto il presidente della RegioneSiciliana, Raffaele Lombardo, a margine di una tavola rotonda sul Mezzogiorno, a Roma, organizzata per il lancio del mensile "IlSud", in merito ai progetti di nuove trivellazioni previste a poche miglia da Pantelleria.

Alberto Di Marzo: ora ci negano anche il diritto all'informazione

Black out dell'informazione nell'isola di Pantelleria. "Da lunedi' non arrivano piu' i giornali. Ci viene negato il diritto all'informazione per il semplice fatto che 'la spesa non vale l'impresa'". Lo denuncia all'ADNKRONOS il sindaco di Pantelleria, Alberto Di Marzo, che spiega: "come gia' accaduto l'anno scorso, durante l'inverno le spese per portare i quotidiani nelle nostre tre edicole sono eccessive rispetto ai guadagni...e cosi'ci lasciano senza giornali. Siamo offesi -dice- sia perche' nessuno si e' premurato di avvertirci e dare spiegazioni sulla decisione, sia perche' editori e distributori si rimpallano le responsabilita' sia perche' nessuno si preoccupa di trovare un accordo e una soluzione". Un black out dell'informazione che ha suscitato le ire del primocittadino, ma anche degli abitanti e dei vip ancora in vacanza sull'isola. Di Marzo riferisce anche di aver contattato il Direttore generale dell'Associazione italiana editori, ma senza esito "perche' mi e' stato risposto che il problema riguarda i distributori". "Vorra'dire che impareremo l'arabo e faremo arrivare i giornali dalla Tunisia", ironizza ancora il primo cittadino, precisando che "sull'isola continua ad arrivare solo 'Il Giornale di Sicilia', ma - dice - se uno vuole leggere altro non puo' farlo". Il sindaco lancia poi un appello all'Enac "affinche' chieda alla compagnia aerea Meridiana disponibilita' a non far pagare il prezzo del trasporto dei giornali. Del resto - sottolinea - si tratta di appena 200 copie al giorno".
Di Marzo denuncia una "vera e discriminazione verso chi vive in un'isola, costretto a pagare di piu' per qualsiasi servizio: trasporti, salute e ora anche informazione. Un esempio per tutti - sottolinea - la sanita': qui abbiamo solo un Pronto Soccorso, e se qualcuno sta male deve utilizzare l'elisoccorso, che costa 16mila euroa volo. Costi che pesano sulle tasche della Regione e dei cittadini, costretti a pagarsi un albergo a Trapani o a Palermo, con tutti i disagi che cio' comporta. Ora - conclude - ci viene negata anche l'informazione. E' la solita Italia a due velocita'", denuncia.

lunedì 10 gennaio 2011

Difesa: in vendita 9 fari, caserme e un'isola

Ci sono anche nove fari e un'isola tra i beni che la Difesa e' pronta a cedere perche' non piu'd'interesse per le forze armate. L'elenco completo dei 61immobili da trasferire al patrimonio dello Stato per poi essere venduti, dati in gestione o valorizzati dagli enti locali e'contenuto nella Gazzetta Ufficiale oggi in edicola. In maggioranza si tratta di caserme, anche molto grandi, comela 'Gandin' a Roma, ma c'e' anche una parte dell'Arsenale diVenezia, l'ex carcere militare di Palermo, un ex convento (SantaTeresa) a Roma, nonche' una parte del Castello Svevo diBrindisi. Ma la parte di patrimonio militare che piu' potrebbe attrarre investimenti turistici sono i nove fari: Capo Rizzuto (Crotone),Capo Trionto a Rossano (Cosenza), il Faro della Guardiasull'isola di Ponza (Latina), Capo Molini ad Acireale(Catania), Punta libeccio sull'isola di Favignana (Trapani),Capo Milazzo a Milazzo (Messina), Punta Spadillo a Pantelleria(Trapani), Capo Faro a Santa Maria Salina (Messina), ScoglioFormica Maggiore (Grosseto). La Difesa cedera' anche l'isola di San Paolo, nel golfo diTaranto. (ANSA).

Margherita Boniver: "ripristinare invio quotidiani nell'isola"

"La decisione di non inviare i quotidiani aPantelleria e' una spregevole azione che deve essere ribaltata. Non e' la prima volta che questo accade: bisogna risalire la filiera delle responsabilita' e fare in modo che una comunita',quella dei panteschi, non sia ulteriormente isolata". Lo ha detto Margherita Boniver, deputato del Pdl."Il sindaco Alberto Di Marzo - continua - e' preoccupato ma contemporaneamente deciso a compiere ogni azione per ripristinare un servizio francamente considerato essenziale".

sabato 8 gennaio 2011

Anche nel 2011 si ripete lo scandalo: niente quotidiani

"La decisione degli editori di non inviare piu' i quotidiani a Pantelleria e' priva di ogni civile fondamento". Lo afferma il sindaco Alberto Di Marzo. "Mi giunge notizia da parte degli edicolanti dell'isola - spiegail sindaco di Pantelleria - che da lunedi' prossimo non verranno piu' inviati, da parte dei distributori, i quotidiani. Questo e'un fatto inaccettabile da parte dell'intera comunita'. Qualunque decisione in tal senso, anche se giustificabile secondo il loropunto di vista, non puo' essere decisa unilateralmente e senza sentire il dovere di informare sui motivi che l'hanno determinata ed, eventualmente, trovare le soluzioni".