martedì 1 febbraio 2011

Nel mare di Pantelleria patrimonio di biodiversità a rischio trivelle

Specie mai osservate nei mari italiani, dal corallo nero alle gorgonie, fino ai piccoli di squalo bianco. Le isole di Pantelleria, Lampedusa e Linosa rappresentano veri santuari della biodiversita', il cui ruolo per la riproduzione del grande squalo bianco, per l'alimentazione delle balenottere e per la riproduzione delle tartarughe marine e' ormai riconosciuto. Sono questi in sintesi i risultati del progetto 'Biodiversita' Canale di Sicilia', programma di ricerca finanziato dal Ministero dell'Ambiente e svolto da un gruppo di ricercatori dell'Ispra.
Il progetto, iniziato nel 2009, individua in queste zone una ricchezza naturale inimitabile che oggi e' pero' a rischio, visto che di recente sono state avviate trivellazioni che hanno individuato ricchi giacimenti petroliferi nella zona di Pantelleria e in altri tratti del Canale di Sicilia. L'istituzione dell'area marina protetta prevista per Pantelleria impedirebbe questo tipo di operazioni, almenoin prossimita' dell'isola. Secondo la legge italiana, infatti, spiega Simone Pietro Canese dell'Ispra, ''non si puo' effettuare nessuna attivita' di prospezione ed estrazione di idrocarburi a meno di 12 miglia da qualsiasi area di protezione''.
Questa iniziativa andrebbe affiancata dalla creazione di aree ditutela di alto mare nel Canale di Sicilia, in modo da proteggere la Biodiversita' marina e garantire una barriera per tutte le attivita' di esplorazione e sfruttamento petrolifero. Senza istituire l'area protetta, allora, aggiunge Canese, ''le piattaforme petrolifere si possono costruire anche a 500 metri di distanza dalla spiaggia''.

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