Di Marzo era stato eletto
sindaco di Pantelleria con una lista civica il 31 maggio del 2010 e i fatti
contestatigli sono di poco successivi: nel giugno di quello stesso anno avrebbe
ricevuto dall'imprenditore, che in passato si era aggiudicato rilevanti appalti
nell'isola, 10.000 euro in contante e gioielli in oro per altri 800 euro, provenienti
da una gioielleria gestita dallo stesso imprenditore. Si sarebbe trattato solo
dell'anticipo di una tangente complessiva di 40.000 euro, poi non saldata, per assumere
il figlio del costruttore come dirigente del Comune, benche' quel ruolo non
fosse necessario all'amministrazione municipale. L'interessato, ingegnere
idraulico, era all'oscuro di queste manovre e venne effettivamente assunto dal
Comune, che pero' nell'agosto del 2011 gli mosse contestazioni disciplinari. Il
padre, nel timore di un licenziamento, aveva allora deciso di rivolgersi alla
magistratura e si era presentato al procuratore della Repubblica di Marsala,
Alberto Girolamo Di Pisa, e al sostituto Bernardo Petralia, ai quali aveva
riferito di aver corrotto il sindaco per trovare un posto di lavoro al figlio.
martedì 22 maggio 2012
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