Primo ok per
il dissequestro delle quote detenute dal fondo libico Lafico in Fiat. Oggi in
udienza alla Corte di appello di Roma il Procuratore generale ha dato parere
favorevole allo scongelamento delle partecipazioni detenute da Lafico. Oltre allo
0,33% in Fiat Spa e allo 0,33% in Fiat Industrial, Lafico detiene lo 0,008% in Eni e l'1,5% nella
Juventus.
Inoltre fanno capo a Lafico due immobili, uno a Roma e uno - si tratta di un bosco - a Pantelleria. Oggi l'ok
del Procuratore generale ha fatto seguito a un documento del ministero di
Giustizia italiano che ha ricevuto dall'Ambasciata italiana a Tripoli la
conferma che Lafico e' controllata integralmente dal Governo libico e non fa in
alcun modo capo alla famiglia Gheddafi. Lafico e' rappresentata in Corte di
appello dallo studio Carbonetti. "Resta per ora fuori dal ricorso - spiega
a Radiocor il legale Fabrizio Carbonetti - un albergo a Pantelleria che e' detenuto
da una controllata di Lafico". Una volta ottenuto il dissequestro delle
azioni di Lafico, conclude Carbonetti, "presenteremo ricorso anche per
dissequestrare l'albergo a Pantelleria". Le quote dei fondi libici Lafico
e Lia detenute in Italia erano state messe sotto sigillo in occasione della
dura repressione dei ribelli operata dal regime di Gheddafi. Recentemente sono
state dissequestrate tutte le partecipazioni in mano alla Lia.
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