martedì 13 novembre 2012

Il terreno a Pantelleria già di Gheddafi appartiene alla LIbia. Dissequestrato

Primo ok per il dissequestro delle quote detenute dal fondo libico Lafico in Fiat. Oggi in udienza alla Corte di appello di Roma il Procuratore generale ha dato parere favorevole allo scongelamento delle partecipazioni detenute da Lafico. Oltre allo 0,33% in Fiat Spa e allo 0,33% in Fiat Industrial,  Lafico detiene lo 0,008% in Eni e l'1,5% nella Juventus.   Inoltre fanno capo a Lafico due immobili, uno a Roma e uno -  si tratta di un bosco - a Pantelleria. Oggi l'ok del Procuratore generale ha fatto seguito a un documento del ministero di Giustizia italiano che ha ricevuto dall'Ambasciata italiana a Tripoli la conferma che Lafico e' controllata integralmente dal Governo libico e non fa in alcun modo capo alla famiglia Gheddafi. Lafico e' rappresentata in Corte di appello dallo studio Carbonetti. "Resta per ora fuori dal ricorso - spiega a Radiocor il legale Fabrizio Carbonetti - un albergo a Pantelleria che e' detenuto da una controllata di Lafico". Una volta ottenuto il dissequestro delle azioni di Lafico, conclude Carbonetti, "presenteremo ricorso anche per dissequestrare l'albergo a Pantelleria". Le quote dei fondi libici Lafico e Lia detenute in Italia erano state messe sotto sigillo in occasione della dura repressione dei ribelli operata dal regime di Gheddafi. Recentemente sono state dissequestrate tutte le partecipazioni in mano alla Lia.

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