mercoledì 15 giugno 2011

Pantelleria, notizie dal fronte

Filo diretto Pantelleria - Nord Africa

15 giugno 2011. La Tunisia e' disponibile a riconoscere il Consiglio nazionale di transizione libico, se l'organismo che rappresenta gli insorti lo chiedera'. Lo ha detto il ministro dell'Educazione e portavoce del governo tunisino, Taieb Baccouche. ''E' impensabile - ha detto Baccouche - accettare che un potere bombardi, massivamente, delle citta' intere. Chi fa questo perde tutta la sua legittimita'''.

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Quarantuno libici, tra cui 27 militari, sono arrivati questa mattina al porto tunisino di El Ketef, nel governatorato di Mednine, a bordo di due imbarcazioni: lo ha precisato l'agenzia ufficiale Tap. Tra i militari figurano anche alcuni ufficiali. L'agenzia non ha precisato se si tratta di nuove defezioni all'interno del regime di Muammar Gheddafi. Ieri un responsabile del ministero tunisino della Difesa aveva annunciato che un gruppo di militari fedeli al colonnello aveva fatto defezione per rifugiarsi in Tunisia. Il funzionario non aveva però precisato quale sarebbe stato il loro porto di arrivo. Tra lunedì e martedì 6.850 rifugiati sono arrivati alla frontiera con la Tunisia dalla Libia: tra questi almeno 6.000 sono cittadini libici. Intanto poco prima dell'alba, sono sbarcati a Lampedusa 19 extracomunitari, provenienti dalla Tunisia. Con loro - dodici uomini, sei donne ed un bimbo – anche una capra. Il primo ovino che giunge clandestino in Italia.

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A quasi tre mesi dall'inizio della campagna aerea sulla Libia, la Gran Bretagna e i suoi alleati della Nato non credono più che i bombardamenti possano porre fine al conflitto. Lo scrive il Guardian, citando funzionari del governo, secondo cui l'unica chance di vincere la partita libica è rappresentata dalla speranza di una uscita di scena di Muammar Gheddafi. "Nessuno pensa a una vittoria militare", spiega un alto funzionario, facendo eco a quanto dichiarato ieri dall'ammiraglio Sir Mark Stanhope, capo della marina militare, secondo cui per motivi economici i bombardamenti non potranno continuare anche dopo il periodo estivo.

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Nuovi raid delle forze aeree Nato sono stati registrati nelle scorse ore su Tripoli. Lo riferisce la tv di Stato libica, secondo la quale obiettivi civili e militari sono stati colpiti anche nell'est del paese, dove si conterebbero alcune vittime.

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Obama spieghi perche' non ha richiesto il via libera del Congresso prima di lanciare le operazioni in Libia nello scorso mese di marzo. E' la richiesta riassunta in una lettera del presidente della Camera dei rappresentanti Usa, John Boehner, inviata al primo inquilino della Casa Bianca, nella quale Boehner mette anche in guardia il presidente Usa su un'eventuale prosecuzione delle operazioni militari statunitensi in Libia. Nella missiva il leader repubblicano ricorda la legge americana del 1973 o 'Legge sui poteri di guerra' concepita per limitare i poteri presidenziali sulla partecipazione ai conflitti. Norma, scrive Boehner, che Obama violera' a partire da domenica, perche', come previsto dal provvedimento, senza autorizzazione del Congresso deve essere avviato un ritiro delle forze militari dopo 60 giorni dall'inizio della missione, ritiro che va completato inderogabilmente entro il 90esimo giorno. E quest'ultimo limite sara' raggiunto nella giornata di domenica.

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Forti divisioni si registrano all'interno del Consiglio nazionale transitorio dell'opposizione libica, che ha sede a Bengasi, tra le sue due anime piu' forti: quella degli islamici e quella dei laici. Secondo quanto riporta il giornale arabo 'al-Quds al-Arabi', sono gli islamici ad avere la maggioranza all'interno del Consiglio, anche se i laici sono in maggioranza all'interno dell'organo direttivo che e' considerato da tutti come il governo dei ribelli. Le divisioni tra questi due gruppi dell'opposizione libica non riguarderebbero solo i posti di potere, ma anche i contenuti della futura costituzione e la forma di governo da scegliere per il post-Gheddafi. Non c'e' accordo nemmeno sull'aiuto delle forze armate occidentali nella guerra al regime di Tripoli.


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