giovedì 14 aprile 2011

Pantelleria, notizie dal fronte

Filo diretto Pantelleria - Tripoli

14 aprile 2011. I reati su cui indaga la Procura di Marsala (Trapani) dopo la morte di due immigrate nel naufragio davanti alle coste di Pantelleria sono di omicidio colposo e naufragio.

****Potrebbero essere quattro le vittime del naufragio di Pantelleria dove un barcone con 192 immigrati e' andato a infrangersi contro gli scogli. Lo conferma il procuratore capo di Marsala Alberto Di Pisa, che coordina l'inchiesta sulla tragedia.

**** "Eravamo a 22 miglia da Pantelleria, quindi relativamente vicini, dopo due ore e' arrivata la nave della marina militare 'Minerva' - ha raccontato Grimaudo - e dopo un po' anche una motovedetta tunisina che ha illuminato il barcone e quando ha visto che a bordo erano tutti neri, se ne e' andata via"."Noi ci siamo allontanati un po' da quella zona - ha raccontato - la nave 'Minerva' ci consigliava di stare lontani perche' quel barcone poteva entrare in collisione con noi e con altri pescherecci che stavano pescando in quel tratto di mare". "Poi - ha proseguito il comandante del peschereccio 'Cosimo Aiello' - prima ancora che facesse buio, ho richiamato la capitaneria di porto di Palermo e di Pantelleria, ho chiesto loro di inviare sul posto delle 'Charlie Papa' (motovedette piu' piccole e veloci adatte al salvataggio ed al trasbordo), mi hanno risposto che stavano partendo da Pantelleria, ma non sono mai arrivate". Per Grimaudo le due donne morte "si potevano salvare se avessero mandato le motovedette quando le abbiamo chiamate. Il mare era in buone condizioni si poteva effettuare il trasbordo. Invece non l'hanno fatto e quelle due povere donne sono morte".

**** "Tutta l'isola ha vissuto in prima persona la tragedia del mare che si e' consumata oggi sulle coste di Pantelleria. I cittadini hanno portato viveri e beni di conforto ai migranti", arrivati sull'isola dopo che il vecchio barcone , probabilmente proveniente dalla Libia, con circa 250 persone a bordo e' finito sugli scogli in localita' Arenella e nel panico per raggiungere la riva sono morte due donne. Lo riferisce il sindaco di Pantelleria, Alberto Di Marzio.Quanto all'assistenza prestata ai profughi, Di Marzio riferisce che al momento "i sei bambini sbarcati sull'isola sono ricoverati nell'ospedale dell'isola per alcune escoriazioni riportate ma - sottolinea - soprattutto per non lasciarli insieme agli adulti e riservare loro la massima cura. In ospedale - aggiunge - e' stata trattenuta anche qualche donna e fra loro anche una che e' in gravidanza". Commentando la tragedia, il primo cittadino si dice "addolorato per quanto successo. E - dice - di fronte a due morti e probabilmente degli orfani non ci sono parole. Possiamo solo augurarci che non accadano piu'".

****Per ospitare tutti i imigranti approdati questa mattina a Pantelleria "abbiamo chiesto al ministero della Difesa di metterci a disposizione l'ex caserma 'Barone', adiacente al Centro di prima accoglienza, in localita' Renella. Il centro infatti puo' ospitare al massimo 80 persone". Lo ha riferito all'ADNKRONOS il sindaco di Pantelleria, Alberto Di Marzio, sostenendo che "l'autorizzazione e' attesa in tempi brevissimi".

****"La sorte drammatica di due donne africane morte a Pantelleria suscita pieta' e orrore per la vicenda umana di migliaia di persone in fuga dalla Libia che cercano un approdo in Italia per cambiare il loro futuro. Il salvataggio operato da parte delle Forze dell'Ordine, Carabinieri e Guardia di Finanza, di quasi tutti coloro che si trovavano sul barcone, merita un caloroso plauso anche per via delle proibitive condizioni del mare''. Lo afferma, in una nota, la filopante Margherita Boniver, deputato del Pdl e Presidente del Comitato Schengen.

**** "Solo le guerre vere, classiche - afferma Di Paola - possono essere vinte sul piano militare. Questa non e' una guerra vera, come non lo e' l'Afghanistan. In Libia il braccio militare e' solo uno strumento al servizio di un obiettivo politico. E credo che stiamo facendo il nostro dovere".I ribelli potrebbero arrivare a sloggiare Gheddafi? "Da soli certamente no - osserva Di Paola -. Con il conocrso della comunita' internazionale, e' possibile. La pressione militare e' come un integrale: cresce con il tempo. Bisogna vedere qual e' il punto di rottura dell'avversario. E bisogna vedere se la comunita' internazionale decidera' di adottare misure ulteriori, che non rientrano nei compiti della Nato, come la fornitura di armi o l'addestramento delle forze ribelli".

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