venerdì 1 aprile 2011

Pantelleria. Notizie dal fronte.

Filo diretto Pantelleria -Tripoli

1 aprile 2011. Il flusso continuo di rifugiati dalla Libia sta creando tensione nel campo di Choucha, che ospita le persone che transitano per il posto di frontiera tunisino di Ras Jedir e nel quale ieri erano state censite circa 7.300 presenze. Ieri sera, come riferisce la Tap, ci sono stati momenti di tensione creati dalla proteste di molti rifugiati - soprattutto originari di Paesi dell'Africa equatoriale e del Bangladesh - che chiedono procedure piu' veloci per il loro rimpatrio.


**** No a rimpatri massicci in Tunisia, perché sarebbero destabilizzanti per la nuova democrazia. Così il Premier, Silvio Berlusconi, durante la cabina di regia sull'emergenza profughi e sulla gestione dei clandestini. Il Premier avrebbe spiegato che, sui rientri, dal Governo tunisino sarebbe arrivata la richiesta di una certa indulgenza, proprio per non destabilizzare il Paese appena uscito dalla crisi. Irimpatri, ha detto Berlusconi, potrebbero essere di circa 100 immigrati al giorno ma va tutto definito nell'incontro con il Governo tunisino in programma per lunedì.

**** Il deputato radicale Matteo Mecacci, relatore Osce su Democrazia e Diritti Umani, ha presentato alla Camera un'interrogazione parlamentare rivolta al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed ai ministri Franco Frattini e Giulio Tremonti. Fulcro dell'interrogazione sono le affermazioni di Silvio Berlusconi che, nella visita a Lampedusa, parlando di Tunisia e di sbarchi di profughi sul territorio nazionale, ha dichiarato: "Stiamo anche comprando dei pescherecci perché non possano essere usati per il traffico di migranti". Mecacci chiede quindi "quanti pescherecci ed imbarcazioni siano state o saranno acquistate ed a che destinazione verranno assegnate in Italia" .


**** Il governo britannico e' in contatto con 10 alte personalita' del regime di Muammar Gheddafi per trattare una eventuale defezione del rais. Lo riferisce il quotidiano The Indipendent. La notizia arriva a un giorno dalle dimissioni del ministro degli esteri libico Mussa Kussa.

**** ''L'Europa muore a Tripoli, l'Italia muore a Lampedusa'': e' quanto scritto su due striscioni di CasaPound comparsi nella notte nelle vicinanze della stazione centrale di Pescara e lungo la circonvallazione per stigmatizzare il comportamento di Governo italiano e Ue sulla guerra in Libia e sulla gestione dell'esodo di profughi e immigrati dal Nordafrica.

**** E' Ali Abd-al-Aziz al-Isawi l'inviato del Consiglio nazionale transitorio libico, organismo rappresentativo dei ribelli a Muammar Gheddafi, che lunedì incontrera' a Roma il ministro degli Esteri Franco Frattini. Gia' ambasciatore di Tripoli in India, al-Isawi è stato uno dei primi a voltare le spalle al Colonnello, rassegnando le sue dimissioni il 21 febbraio, pochi giorni dopo l'inizio della Rivoluzione libica.


**** I guerriglieri dell'opposizione libica sono impegnati in una dura battaglia contro i militari di Gheddafi per il controllo dei pozzi petroliferi di Brega, nell'est del paese. Secondo Al Jazeera International, i raid notturni della Nato avrebbero aiutato i ribelli a guadagnare terreno, ma solo per poco. "Mandano avanti le sentinelle, prima di fare avanzare le loro unità" ha raccontato l'inviata Sue Turton, rimarcando un certo miglioramento di disciplina e coordinamento fra gli uomini del braccio armato del movimento '17 febbraio'. I soldati e le milizie fedeli a Gheddafi però hanno reagito rapidamente con colpi di mortaio che hanno danneggiato diverse auto, costringendo i ribelli alla fuga. I rivoltosi sono armati principalmente di furgoni pick-up su cui hanno caricato mitragliatrici e lanciagranate, e non sono riusciti a registrare grandi successi nonostante siano passate quasi due settimane dall'avvio dei bombardamenti alleati. Ieri la città di Misurata - sul golfo della Sirte, a circa 210 chilometri da Tripoli - è stata bersagliata pesantemente dalle forze del rais, che hanno spostato leggermente il fronte verso Ajdabiya.

**** L'accesso dei giornalisti ad Ajdabiya, la citta' libica a 80 chilometri da Brega, e' stato bloccato. La zona da giorni e' al centro di combattimenti tra i sostenitori d Gheddafi e i rivoltosi.

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