lunedì 17 gennaio 2011

Crisi tunisina: filo diretto Tunisi - Pantelleria

Per Pantelleria, confinante con il Nord Africa e ponte naturale tra quella cultura e l’Italia, è impossibile trascurare quanto accade nella dirimpettaia Tunisia. Per sopperire all’arrivo di quotidiani nell’isola pubblicheremo, fin tanto che la situazione non si normalizzerà, le principali notizie sull’evolversi degli avvenimenti.

17 gennaio 2011 -L'oppositore storico tunisino in esilio, Moncef Marzouki, ha annunciato oggi da Parigi la sua candidatura alle elezioni presidenziali previste nel giro dei prossimi due mesi in seguito alla caduta del presidente Zine al Abidine Ben Ali Marzouki e' leader del Congresso per la Repubblica, partito della sinistra laica messo fuori legge sotto il regime.

Sara' annunciato oggi il nuovo governo tunisino dopo gli scontri avvenuti ieri tra soldati e fedelissimi di Zine al-Abidine Ben Ali vicino al palazzo presidenziale a Cartagine. Un leader dell'opposizione ha detto all'Afp che il governo non includera' partiti vicini all'ex presidente, fuggito in Arabia Saudita venerdi' scorso dopo l'escalation di proteste contro il regime.
Oltre all'assalto dell'esercito al palazzo di Cartagine, le forze di sicurezza hanno ucciso due uomini armati che si erano nascosti in un edificio vicino al ministero degli Interni nel centro di Tunisi. Un altro scontro a fuoco ha avuto luogo vicino al quartier generale del principale partito dell'opposizione, il Partito democratico progressista.
'Sembra che la moglie di Ben Ali sia partita con l'oro'', lo ha detto un alto funzionario francese spiegando che 1,5 tonnellate d'oro equivalgono a 45 milioni d'euro avrebbe preso il volo con lei verso l’esilio. Il presidente Ben Ali, non si aspettava una caduta cosi' rapida, scrive ancora Le Monde. Secondo Parigi, Ben Ali avrebbe anche registrato un messaggio alla nazione che pero' non ha avuto il tempo di diffondere. Ben Ali, quindi, non voleva lasciare il Paese volontariamente ma sarebbe stato destituito. L'esercito e il capo di Stato maggiore, che si e' rifiutato di sparare sulla folla, secondo i servizi segreti europei hanno giocato un ruolo di primo piano nella destituzione dell'ex leader tunisino.

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