lunedì 24 gennaio 2011

Crisi tunisina: filo diretto Tunisi - Pantelleria

Per Pantelleria è impossibile trascurare quanto accade nella dirimpettaia Tunisia. Per sopperire al mancato ’arrivo di quotidiani nell’isola pubblicheremo, fin tanto che la situazione non si normalizzerà, le principali notizie sull’evolversi degli avvenimenti.

Tunisi, 24 gennaio 2011 - Nuovi scontri sono avvenuti stamane davanti all'ufficio del Premier tunisino tra manifestanti, che hanno lanciato pietre ed oggetti vari, e polizia, che ha risposto con bombolette di gas lacrimogeno. Stamattina le scuole avrebbero dovuto aprire i cancelli ma alcune hanno deciso di rinviare l'apertura a causa di uno sciopero indetto dagli insegnanti che chiedono lo scioglimento del governo di transizione nato dopo la deposizione del presidente Zine El Abidine Ben Ali.
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Lo sciopero a tempo indeterminato degli insegnanti delle scuole elementari tunisine sta avendo "un grande seguito" in tutto il Paese. Lo ha affermato Nabil Haouachi, membro del sindacato nazionale degli insegnanti primari, nel giorno della teorica ripresa dei corsi, sospesi dalla "rivoluzione dei gelsomini".
"Non abbiamo un quadro completo della situazione ma sembra che lo sciopero sia riuscito a Medenine, Tataouine (sud-est), Madia (centro-est) e Kasserine (centro-ovest)", ha dichiarato Haouachi. Il governo di transizione ha decretato la ripresa delle lezioni in tutte le scuole ma i sindacati degli insegnanti hanno lanciato un appello a uno "sciopero illimitato" per protestare contro la presenza di membri dell'ex regime nel governo di transizione.
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- E' provato Attilio Bellucci, general manager del circo Bellucci che per giorni e' rimasto bloccato in Tunisia a causa della rivolta. ''E' stato come rientrare in paradiso'', ha detto appena e' salito sulla nave della compagnia Tirrenia che la notte scorsa e' arrivata al porto di Napoli.
Stamattina lo sbarco. E i ricordi, ''tanti e bruttissimi''. La paura di morire c'e' stata, ammette: ''Abbiamo avuto paura di morire quando abbiamo visto la gente morire, quando abbiamo visto sparare, quando abbiamo visto camion investire le persone''.
Scene di guerra, dice, ''in un paese dove non e' mai volata una mosca, dove ci sentivamo in una botte di ferro''. Ed invece ''non e' andata cosi''. ''Ci sono stati dei giorni in cui tutti potevano fare tutto - racconta Attilio Bellucci - hanno sparato lacrimogeni per giorni e giorni. E poi, gente che provava a rubare nel nostro circo, la polizia ne ha arrestati 18. E poi, ancora, la paura che se la prendessero con noi italiani quando tra le mille voci si e' diffusa anche quella che Ben Ali si fosse rifugiato in Italia''. ''Momenti infiniti'', Bellucci li descrive cosi', scanditi anche dalla mancanza di cibo per i circa 50 animali ''e perfino del latte per una nostra piccola bimba di tre mesi che poi ci ha fornito l'ambasciata''.
E' dallo scorso 10 gennaio che il circo - 100 persone, 50 animali - e' rimasto bloccato in Tunisia. ''Ad un certo punto la polizia aveva avuto l'ordine di sparare se qualcuno avesse attaccato il nostro circo. Poi, l'annuncio dell'Ambasciata, 'state tranquilli, abbiamo pensato a voi' - conclude Bellucci - non finiremo mai di ringraziare il ministro degli Esteri che ci ha aiutato. Ora? Ora si ricomincia a lavorare, vicino Roma.

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