sabato 29 gennaio 2011

Crisi tunisina: filo diretto Tunisi -Pantelleria

Finalmente sono tornati i quotidiani nelle edicole del centro. Ma per Pantelleria è impossibile trascurare quanto accade nella dirimpettaia Tunisia. Per sopperire al mancato ’arrivo dei quotidiani nelle contrade continueremo ad dare informazioni sull’evoluzione della crisi tunisina.

29 gennaio 2011. Il premier tunisino Mohammad Ghannouchi ha indicato nella transizione democratica e nel rilancio economico le "due principali sfide" del Paese. Contestato da giorni da centinaia di dimostranti che ne chiedono le dimissioni, il premier ha formato giovedì scorso un nuovo governo, da cui sono stati lasciati fuori i ministri già in carica sotto il deposto presidente Zine El Abidine Ben Ali, ad eccezione di due tecnici e dello stesso Ghannouchi.
Parlando ieri ai microfoni della televisione privata Nesma, il premier ha sottolineato come la Tunisia non abbia "una forte esperienza in materia di transizione democratica, (ma) ha l'obbligo di raccogliere questa sfida politica". Il Paese, ha aggiunto, ha "tutti i mezzi necessari per attuare con successo questa transizione democratica, che permetterà a tutti i tunisini, di qualsiasi appartenenza politica, di esprimersi in totale libertà e scegliere la classe dirigente dopo questa fase transitoria".
Ghannouchi ha quindi ribadito la necessità di riavviare al più presto le attività economiche, sottolineando come nonostante la "congiuntura difficile", le reti dell'elettricità e delle telecomunicazioni siano rimaste in funzione.
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Mattinata calma a Tunisi, dopo i violenti scontri di ieri sera scoppiati quando le forze di polizia hanno fatto sgomberare la piazza della Casbah da centinaia di manifestanti, per poi recintarla con barriere di filo spinato. Negli scontri, secondo fonti ospedaliere, sono rimaste ferite circa quindici persone, mentre altre hanno avuti problemi respiratori dovuti all'aria impregnata dai gas dei lacrimogeni sparati dalle forze dell'ordine Dopo lo sgombero i manifestanti si erano riversati nella
centralissima Avenue Bourghida, dove hanno danneggiato autovetture e infranto vetrine di negozi. Per ristabilire l'ordine e' nuovamente intervenuta la polizia.
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Il Canada, indicato come destinazione preferita per l'ex presidente tunisino, non vuole concedere l'asilo a Zine Abidine Ben Ali e la sua famiglia "Non sono i benvenuti, voglio essere chiaro, non sono benvenuti nel nostro paese", ha affermato oggi il primo ministro canadese Stephen Harper, citato dalla Montreal gazette.
Il Canada sostiene "gli sviluppi democratioci che stanno avvenendo" in Tunisia, ha detto Harper, dopo aver ricevuto il primo ministro marocchino Abbas el Fassi. Harper ha anche ammesso preoccupazione per la presenza in Canada del miliardario Belhassan Trabelsi, fratello della moglie di Ben Ali', giunto nel paese con moglie e quattro figli. "Il Canada usera' tutti gli strumenti a sua disposizione per cooperare con la comunita' internazionale nel trattare i membri dell'ex regime", ha aggiunto.
La polizia canadese ha riferito di aver ricevuto dall'Interpol la richiesta di individuare dove si trovino i familiari di Ben Ali, ma ha spiegato che cio' "non costituisce un mandato d'arresto per la legge canadese". Ben Ali si trova al momento in Arabia Saudita. I suoi beni in Svizzera sono stati congelati e nei suoi confronti la Tunisia ha spiccato un mandato d'arresto internazionale.

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