giovedì 27 gennaio 2011

Crisi tunisina: filo diretto Tunisi - Pantelleria

Finalmente sono tornati i quotidiani nelle edicole del centro. Ma per Pantelleria è impossibile trascurare quanto accade nella dirimpettaia Tunisia. Per sopperire al mancato ’arrivo dei quotidiani nelle contrade continueremo ad dare informazioni sull’evoluzione della crisi tunisina.

27 gennaio 2011 Il ministro tunisino della Giustizia, Lazhar Karoui Chebbi, ha annunciato che 698 persone sono state arrestate durante le proteste delle ultime settimane in Tunisia, prima contro il deposto presidente Ben Ali e poi contro il nuovo governo di transizione, accusato di non aver portato un taglio netto con il passato. Si tratta, ha spiegato il ministro durante una conferenza stampa, di persone sospettate di ''sabotaggio, aggressione e saccheggio''.
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L'Interpol ha spiccato un mandato d'arresto internazionale nel confronti dell'ex presidente tunisino, Zine el Abidine Ben Ali, e di sei suoi familiari. E' quanto si legge sul sito web dell'organizzazione.
"Il dipartimento centrale di Tunisi ha emesso un'allerta globale attraverso la rete internazionale dell'Interpol per cercare e arrestare l'ex presidente tunisino e sei suoi parenti", si legge sul sito
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Il rimpasto di governo promesso dalle autorita' tunisine per placare le proteste contro il nuovo esecutivo di transizione, accusato di non aver portato un vero taglio con il passato, dovrebbe essere annunciato in giornata. Lo ha confermato all'agenzia di stampa ufficiale tunisina 'Tap' il portavoce del governo e ministro dell'Istruzione, Taieb Baccouch.
L'annuncio era previsto per ieri, ma poi e' slittato a causa del prolungarsi dei colloqui per la distribuzione dei ministeri. Ieri pomeriggio si e' appreso che il rimpasto riguardera' anche i ministeri dell'Interno, della Difesa e degli Esteri. A breve e' attesa anche la nomina di nuovi governatori provinciali.
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Diverse centinaia di persone si sono radunate anche questa mattina davanti agli uffici del primo ministro Mohammed Ghannouchi a Tunisi, per mantenere la pressione sul governo di transizione.
Molti manifestanti hanno bivaccato per la quarta notte consecutiva, nonostante il coprifuoco, sotto le finestre degli uffici del premier, mentre il Paese attende ancora l'annuncio del rimpasto del governo di transizione che, dopo quotidiani rinvii, è atteso per oggi.
”Negoziati serrati sono ancora in corso per arrivare a una composizione finale del governo che sia convincente per l'opinione pubblica", aveva dichiarato ieri sera in televisione il ministro per lo Sviluppo regionale, Ahmed Nejib Chebbi. I sindacati intanto hanno proclamato una giornata di sciopero generale a Sidi Bouzid, nel centro del Paese, culla della rivolta tunisina. Ieri, l'Union generale des travailleurs tunisiens (UGTT), che ha svolto un ruolo cruciale nella rivolta tunisina,
ha dato una dimostrazione di forza organizzando uno sciopero generale a Sfax, seconda città del paese, in cui migliaia di persone hanno chiesto le dimissioni del governo.

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