giovedì 20 gennaio 2011

Crisi tunisina: filo diretto Tunisi -Pantelleria

Per Pantelleria, confinante con il Nord Africa e ponte naturale tra quella cultura e l’Italia, è impossibile trascurare quanto accade nella dirimpettaia Tunisia. Per sopperire al mancato ’arrivo di quotidiani nell’isola pubblicheremo, fin tanto che la situazione non si normalizzerà, le principali notizie sull’evolversi degli avvenimenti.

20 gennaio 2011. - "Tutti i ministri del partito di Ben Ali, Rcd, si sono dimessi dal partito" ha detto una fonte spiegando che la decisione segue quella del presidente a interim Foued Mebazaa e del premier a interim Mohammed Ghannouci che hanno annunciato la stessa decisione ieri "rinunciando alle loro funzioni all'interno del Rcd per segnare una rottura totale con il passato". I ministri resteranno tuttavia al loro posto nell'esecutivo. Nei giorni scorsi quattro ministri, tre rappresentanti del sindacato tunisino Ugtt e l'esponente dell'opposizione Moustafa Ben Jaafar si erano dimessi dal governo provvisorio per chiedere appunto le dimissioni degli esponenti del partito di Ben Ali
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La sede di Monastir del Rcd, il partito dell'ex presidente Ben Ali, a Monastir, e' stata incendiata nel corso di una manifestazione promossa da avvocati della citta' che chiedevano lo scioglimento del partito. Il fatto e' accaduto ieri pomeriggio quando dal gruppo dei manifestanti, che indossavano la toga professionale, sono uscite alcune persone che hanno appiccato l'incendio. Secondo un testimone oculare la polizia, che seguiva la manifestazione, non e' intervenuta. E' l'unico incidente che viene segnalato, per la giornata di ieri e la notte scorsa, in città.
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Le autorita' tunisine hanno proceduto all'arresto di oltre una trentina di membri della famiglia del presidente destituito, Zine el-Abidine Ben Ali. Secondo quanto riferito dai fonti locali, si tratta in tutto di 33 persone, fermate nei giorni scorsi mentre tentavano di lasciare il Paese. A seguito dell'ondata di rivolte in tutto il Paese, Dalla Svizzera e' giunto proprio oggi l'annuncio del congelamento di tutti i conti intestati all'ex presidente e alla consorte. Il presidente ad interim Fouad Mebazaa, parlando davanti alla tv di Stato, ha intanto garantito "una rottura totale" con il passato, un sistema giudiziario indipendente e liberta' d'informazione.
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Nel giorno del primo consiglio dei ministri del nuovo governo, una nuova manifestazione e' in corso in pieno a centro a Tunisi. Alcune centinaia di persone si sono raccolta come ieri in viale Bourghiba, scandendo slogan a favore del cambiamento..
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Ci sarebbe lo zampino degli Stati Uniti dietro la fine del regime tunisino e la fuga del presidente deposto Zine el-Abidine Ben Ali. E' quanto sostiene il settimanale francese Le Canard Enchaine', che cita alcune dichiarazioni riservate e non confermate del ministro degli Esteri di Parigi, Michele Alliot-Marie. "Sono gli americani che hanno preso in mano la situazione - avrebbe detto la ministra. I militari americani hanno parlato con gli omologhi tunisini e a Ben Ali e' stato chiesto di lasciare senza esitazione il territorio".
Nella comunicazione riservata, la Alliot-Marie si giustificava per non aver compreso fin da subito la portata delle proteste tunisine. "A noi non e' arrivato nulla - avrebbe detto - Sono stati gli americani a intervenire, erano convinti che sostenere il regime con la forza non avrebbe fatto altro che preparare il terreno, a lungo termine, agli islamisti". "Inutile precisare - si sarebbe poi giustificata - che gli americani non si sono presi la briga di tenerci informati".

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