mercoledì 26 gennaio 2011

Finalmente sono tornati i quotidiani nelle edicole del centro. Ma per Pantelleria è impossibile trascurare quanto accade nella dirimpettaia Tunisia. Per sopperire alla mancata distribuzione dei quotidiani nelle contrade continueremo a dare informazioni sull’evoluzione della crisi tunisina.

26 gennaio 2011. E' atteso per oggi a Tunisi l'annuncio di un rimpasto all'interno del nuovo governo di unità nazionale. Secondo quanto ha annunciato il portavoce dell'esecutivo, al-Tayib al-Bakush, citato dalla tv di stato tunisina, verrà presentata la composizione definitiva dell'attuale governo e verranno anche nominati i nuovi governatori e gli ambasciatori.
La decisione è stata persa dopo una settimana di manifestazioni nelle quali i gruppi di opposizione chiedevano l'allontanamento dalla vita politica degli esponenti del regime di Ben Ali.
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Un giovane disoccupato tunisino si e' tolto la vita dandosi fuoco a Gafsa, nel sud est del paese nordafricano, davanti alla sede di un sindacato. Lo riferiscono alcuni media tunisini, precisando che la vittima, Aleddin Gammat, stava prendendo parte a una manifestazione contro l'ondata di scioperi, interrotta poi dall'intervento delle forze di sicurezza che hanno sparato colpi di arma da fuoco in aria. Un secondo tentativo di suicidio e' avvenuto inoltre a Rgueb, vicino Sid Bouzid, il centro da cui nelle scorse settimane e' partita l'ondata di proteste che ha portato alla caduta del governo del presidente Zine El Abidien Ben Ali.
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Muammar Gheddafi ha cambiato idea sulla rivoluzione tunisina. Mentre a caldo si era detto "dispiaciuto" per la caduta di Zine Al-Abidine Ben Ali e aveva affermato che per lui "resta il legittimo presidente della Tunisia", il leader libico ora afferma di sostenere la rivoluzione in Tunisia anche se teme che dietro si celi la mano di potenze straniere.
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"Il volere del popolo si e' dimostrato piu' forte degli ordini di un dittatore". Cosi' Baraci Obama ha fatto riferimento alla rivolta in Tunisia dove dopo settimane di dimostrazioni e proteste e' stato rovesciato il governo di Zine al Abidine Ben Ali da 23 anni al potere.
"Gli Stati Uniti d'America sono schierati al fianco del popolo della Tunisia e sostiene le aspirazioni democratiche di tutti i popoli", ha aggiunto il presidente nel suo discorso sullo stato dell'Unione, facendo un paragone tra il modo lineare in cui procedono le dittature e quello "caotico" ma sempre preferibile delle democrazie.
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La polizia tunisina ha sparato lacrimogeni contro un gruppo di manifestanti che ha tentato di forzare un posto di blocco nel centro di Tunisi. Secondo quanto riferisce la tv satellitare 'al-Arabiya', i manifestanti tentavano di avvicinarsi alla sede del premier, Mohammed Ghannouchi, per chiedere le dimissioni del nuovo governo di unità nazionale. Intanto oggi, sempre per lo stesso motivo, i sindacati hanno proclamato lo sciopero generale nella città costiera di Sfax.
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Le case automobilistiche internazionali stanno rivedendo i loro legami commerciali con i membri della famiglia del deposto Presidente Zein al Abdine Ben Ali, che controllano le importazioni di veicoli nel Paese. Ford, Daimler e Audi hanno confermato al Financial Times di aver avviato una revisione delle loro operazioni di vendita nel Paese, alla luce degli ultimi sviluppi politici.
Ford vende le autovetture attraversi la società Alpha Ford, di cui è azionista il cognato di Ben Ali, Belhassen Trabelsi; Daimler agisce sul mercato attraverso Le Moteur, di cui è azionista il genero Marouane Mabrouk; infine Porche, Volkswagen, Audi e Seat vendono attraverso l'azienda Ennakl, di proprietà di un altro genero, Sakher al Materi.

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