venerdì 21 gennaio 2011

Crisi tunisina: filo diretto Tunisi - Pantelleria

Per Pantelleria, confinante con il Nord Africa e ponte naturale tra quella cultura e l’Italia, è impossibile trascurare quanto accade nella dirimpettaia Tunisia. Per sopperire al mancato ’arrivo di quotidiani nell’isola pubblicheremo, fin tanto che la situazione non si normalizzerà, le principali notizie sull’evolversi degli avvenimenti.

21 gennaio 2011- E' stata convocata per questa mattina nel centro di Tunisi dai gruppi di opposizione una nuova manifestazione contro il partito dell'ex presidente Zine el-Abidine Ben Ali. Secondo quanto riferisce l'inviato della tv araba 'al-Jazeera', si prevede che la marcia abbia un maggiore seguito rispetto a quelle degli ultimi giorni. I manifestanti, pur apprezzando i provvedimenti adottati dal governo transitorio sulla liberazione dei detenuti politici e la riammissione dei partiti fuori legge, chiede l'allontanamento dalla vita politica di tutti gli ex dirigenti del Raggruppamento costituzionale democratico (Rcd) di Ben Ali.
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Il nipote del deposto presidente tunisino Ben Ali, Imed Trabelsi, non sarebbe morto durante la rivolta di Tunisi, come affermato nei giorni scorsi dai media internazionali, ma sarebbe ancora vivo e rifugiato in Italia. E' la convinzione dei blogger tunisini vicini all'opposizione, che da ieri notte discutono di questo tema sul web. Il dibattito è iniziato quando uno di loro ha postato un video nel quale appare Trabelsi nelle ore della rivolta, impegnato a preparare la fuga.
Nel video si vede il nipote di Ben Ali seduto all'interno di una stazione di polizia, circondato da alcuni agenti della sicurezza del deposto presidente. A spingere i blogger a pensare che sia riuscito a scappare in Italia, è il fatto che Trabelsi parla con voce concitata al telefono in italiano con un interlocutore non identificato. "No, no, no, dammi il piano del volo, mi lasceranno andare - dice - Presto per favore, la situazione è veramente critica". Secondo il blogger tunisino Needhal Jerby il video è stato girato il 14 gennaio, nel giorno della fuga di Ben Ali, all'interno della stazione di polizia di Bourj Louzir, a poche centinaia di metri dall'aeroporto di Tunisi e poco lontano dalla città costiera di La Goulette, un comune a nord di Tunisi, del quale era sindaco dallo scorso maggio.
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Sono iniziati oggi in Tunisia i tre giorni di lutto per le vittime della rivoluzione dei gelsomini, cosi' definiti i giorni di scontri e proteste che hanno portato alla deposizione del presidente Zine El Abidine Ben Ali. I tre giorni di lutto sono stati proclamati dal governo transitorio per commemorare le 78 vittime (secondo l'Onu sarebbero 100) delle proteste uccise negli scontri con la polizia dall'inizio delle manifestazioni esplose a meta' dicembre.
Il governo ad interim, nella sua prima riunione di ieri, ha approvato una legge di amnistia generale che libererebbe i prigionieri politici e legalizzerebbe quei partiti considerati fuori legge da Ben Ali.
Tra i gruppi politici banditi vi e' il movimento islamista Ennahdha (Risveglio), il cui leader Rached Ghannouchi, in esilio a Londra, era stato condannato all'ergastolo dal regime dell'ex presidente per l'accusa di complotto contro lo Stato.
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Nuovo sbarco di clandestini a Pantelleria. Sei cittadini extracomunitari, a bordo di un gommone di tre metri, sono giunti al molo Wojtyla l’altro ieri notte, intorno alle 3.30. Sono stati bloccati dai carabinieri e rifocillati con un pasto caldo nella caserma di via Trieste, prima di essere trasferiti nel centro d'accoglienza presso la caserma Barone di Contrada Arenella.
Gli immigrati hanno dichiarato di essere partiti ieri mattina da Haouaria, un localita' nei pressi di Kelibia, in Tunisia. Stasera saranno trasportati con il traghetto "Cossyra" a Trapani. E' il quinto sbarco in una settimana che porta a 31 gli uomini arrivati dalla Tunisia.

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