lunedì 31 gennaio 2011

Crisi tunisina: filo diretto Tunisi -Pantelleria

Finalmente sono tornati i quotidiani nelle edicole del centro. Ma per Pantelleria è impossibile trascurare quanto accade nella dirimpettaia Tunisia. Per sopperire al mancato arrivo dei quotidiani nelle contrade continueremo ad informare sull’evoluzione della crisi tunisina.

31 gennaio 2011- ''Parte della mia famiglia ha partecipato alle manifestazioni, i miei stessi nipoti hanno preso parte alla difesa della citta' contro le milizie armate che volevano seminare il caos e il terrore nella citta'''. E' quanto ha dichiarato il principe tunisino Faycal Bey al settimanale francese 'Point de vue', commentando quanto sta accadendo in questi giorni in Tunisia. ''Sapevo che la Tunisia sarebbe esplosa da un momento all'altro – ha proseguito il principe Faycal Bey- In molti, forse sbagliando, avevano previsto un colpo di Stato. Tutto cio' non e' accaduto. Il popolo tunisino sta dando oggi al mondo lezioni di coraggio e dignita'''.
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Lo hanno accolto a migliaia, come un eroe, al grido di ''Allahu Akbar!'' (Dio e' il piu' grande).
Rachid Ghannouchi il fondatore del partito islamico tunisino Ennahda (Rinascita), fuorilegge e perseguitato durante il regime di Ben Ali, e' tornato oggi in patria dopo 22 anni di esilio. E con lui per la prima volta nella nuova Tunisia e' tornato anche visibile il popolo musulmano, che pure ha partecipato alla rivoluzione, ma mantenendo un basso profilo, a conferma dell' unicita' di un movimento guidato non da leader riconoscibili o ideologie, ma da una coscienza comune affamata di liberta'. Un valore questo cui si e' subito associato Ghannouchi, invitando i suoi seguaci a ''continuare la rivoluzione, preservarla e tradurla in democrazia, giustizia, eguaglianza'', ha detto appena giunto da Londra all'aeroporto di Tunisi in tarda mattinata. Il leader islamico, che nel 1989 fuggi' alla persecuzione di Ben Ali, rifugiandosi nella capitale britannica, ha poi fugato tutti i dubbi sulle sue aspirazioni con il rientro in patria: ''Torno in Tunisia, ma non ho intenzione di presentarmi alle elezioni, ne' legislative ne' presidenziali'', ha affermato. ''E non ci sara' alcun candidato di Ennahda. Dopo vent'anni di assenza il mio partito non e' pronto a giocare un ruolo sulla scena politica. La priorita' e' ricostruirlo''. Ma poi non ha escluso una qualche partecipazione al processo di transizione. Tuttavia impressionanti le scene di giubilo all' arrivo di Ghannouchi, il cordone di gente che lo proteggeva dalla folla urlante, le migliaia di islamici che non si erano ancora visti tutti insieme nemmeno nelle grandi manifestazioni di piazza della 'rivolta del gelsomino'. E l'annuncio del suo arrivo non ha lasciato indifferente chi teme che, con la ritrovata liberta', la Tunisia rischi anche una radicalizzazione religiosa. Tanto che all'aeroporto ad accogliere Ghannouchi c'era anche un piccolo gruppo di difensori della laicita', che innalzavano cartelli contro l'integralismo islamico. Un possibilta' remota, secondo il pensatore islamico-moderato Mohammed Talbi: ''In Tunisia il partito islamico rappresenta una minoranza, non ha la forza per imporsi al momento, anche perche' e' indubbio che il movimento alla base della rivolta e' senza religione, e' un movimento laico''

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