lunedì 16 maggio 2011

Pantelleria, notizie dal fronte

Filo diretto Pantelleria -Nord Africa

16 maggio 2011.Tre gommoni con a bordo, complessivamente, circa 20 migranti, sono approdati tra la notte del 12 e la mattina del 13 a Pantelleria. Il primo sbarco e' avvenuto a Scauri nella tarda serata di ieri. Si tratta di un gommone con a bordo sette meghrebini. L'imbarcazione e' stata intercettata dalla Guardia Costiera. Al mattino, sono arrivati sull'isola altri due gommoni. Il primo, con sei nordafricani, e' stato intercettato da una motovedetta dei carabinieri. Il secondo, con 9 maghrebini a bordo, e' stato invece intercettato dalla Guardia Costiera e scortato fino al porto.

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Venerdì scorso a 3,5 miglia a sud-sud ovest di Mazara del Vallo un ATR 42 con 22 persone a bordo proveniente da Pantelleria è ammarato in mare. Fortunatamente si trattava solo di una esercitazione. L'operazione ha impegnato quattro motovedette, un rimorchiatore ed una quarantina di persone, tra uomini della capitaneria di porto, carabinieri, guardia di finanza, vigili del fuoco, 118, ufficio di Protezione civile del Comune, volontari di altre associazioni di Protezione civile e vigili urbani.

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Al Qaida nel Maghreb lancia la sua lunga ombra sulla Tunisia: due uomini, un algerino ed un libico, sono stati arrestati a Remada, nel governatorato di Tataounine (a 130 chilometri dal confine con la Libia), e trovati in possesso di una cintura esplosiva che intendevano usare per un attentato suicida in stile talebano, per fare strage di guardie di frontiera tunisine. Sono stati fermati prima di potere mettere in atto il loro gesto e anche il tentativo di uno di loro di aprirsi la strada alla fuga lanciando una granata contro i soldati tunisini che li avevano circondati e' andato a vuoto (l'ordigno non e' esploso nell'impatto con il terreno). Degli arrestati sono state fornite le generalita': Abou Muslum, 31 anni, algerino, e Abou Batin, 32 anni, libico (che, nelle fasi della cattura e' rimasto ferito ed e' ora piantonato in un ospedale).

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Molte ''personalita' ufficiali libiche'' - questa la definizione che usa la Tap nel darne notizia - hanno raggiunto, nelle ultime ore, la Tunisia, passando per il posto di frontiera di Ras Jedir e dirette all'Isola di Djerba. Tra loro anche il direttore generale delle Dogane libiche, Ameur Diou, e il rappresentante di Tripoli in seno alla Lega Araba, Ali Essid.La presenza delle personalita' libiche si inserisce nel quadro degli sforzi diplomatici per individuare una via d'uscita alla crisi libica.

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L'opposizione libica ha detto che non accettera' alcuna proposta di cessare il fuoco che provenga dal Colonnello Muammar Gheddafi. E' quanto ha dichiarato oggi Hadi Shalluf, presidente del Partito di Giustizia e Democrazia della Libia, respingendo la proposta di tregua formulata ieri dal primo ministro Baghdadi al-Mahmoudi. Shalluf ha sottolineato che l'unica possibilita' accettabile per l'opposizione è che Gheddafi affronti un processo per crimini di guerra presso il Tribunale penale internazionale.

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"Il regime" di Muammar Gheddafi "ha le ore contate": "non è solo quello che noi speriamo, ma ci sono messaggi che cominciano ad arrivare dal cerchio ristretto del regime". E' quanto ha detto oggi il ministro degli Esteri Franco Frattini, intervenuto in collegamento telefonico alla trasmissione 'Mattino 5' su Canale 5. "Le minacce degli ultimi giorni sono l'ultimo tentativo, un po' disperato, di intimorire", ha aggiunto il titolare della Farnesina. Alcune fonti del regime, ha insistito il ministro, hanno cominciato a parlare "sotto copertura" anche "con un importante giornale britannico" per trovare "una via d'uscita onorevole" e trovare "un luogo dove, in modo decoroso, Gheddafi si possa ritirare e sparire per sempre dalla scena politica". Frattini ha confermato che la comunità internazionale sta "lavorando con l'Onu affinché si trovi una via d'uscita politica che tolga di scena il dittatore e la sua famiglia e permetta la costituzione immediata di un governo di riconciliazione nazionale dove esponenti di Tripoli sarebbero già stati individuati".

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''Personalmente non ho alcun dubbio che ad un anno da oggi ci saremo messi il problema della Libia alle spalle''. Cosi', in una lunga intervista al Financial Times, l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, fa le sue previsioni sull'andamento della crisi libica e sull'impatto delle tensioni nel Paese sui conti del cane a sei zampe.

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