giovedì 3 marzo 2011

Crisi tunisina e libica

Filo diretto Pantelleria - Tunisi - Tripoli
3 marzo 2011-Ottanta clandestini sono stati processati davanti al giudice di pace di Pantelleria. Sono stati tutti condannati al pagamento di 5 mila euro di ammenda e delle spese processuali. La posizione di 10 di loro e' stata stralciata perche' hanno chiesto "asilo politico". Erano accusati di essersi introdotti clandestinamente in Italia nei mesi di gennaio e febbraio. Secondo la nuova normativa devono essere tutti processati dal giudice di pace competente per territorio. Questa volta i clandestini erano tutti assenti, mentre tre settimane fa, cinque di loro erano stati trasportati in aereo da Milano dal centro di accoglienza dove erano stati ospitati. I clandestini processati erano tutti sedicenti tunisini, ma il sospetto e' che forniscano nomi di fantasia in quanto nessuno di loro ha documenti. Pertanto, sono tutte spese alle quali, alla fine, dovra' fare fronte lo Stato italiano in quanto nessuno di loro puo' pagare l'ammenda e le spese processuali.
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La filopante Margherita Boniver e inviata speciale del Ministro Frattini per le emergenze umanitarie: “ Sul confine tra Libia e Tunisia "c'e' una situazione gravissima, che puo' diventare ancora piu' grave nell'immediato futuro". Per questo l'iniziativa italiana, che allestira' nella zona un campo di assistenza per gli sfollati fuggiti dalla Libia, "e' importantissima dal punto di vista umanitario e testimonia la politica della mano tesa che il nostro paese attua".
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Rachid Ghannouchi, capo del partito islamista Ennahda, ha detto che la sua formazione politica potrebbe aderire al governo ad interim tunisino dopo le defezioni degli ultimi giorni dell'esecutivo che stanno minando il processo di transizione in Tunisia.
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Un aereo da guerra ha bombardato oggi il terminal petrolifero di Brega, la citta' libica orientale dove ieri gli insorti hanno respinto un attacco aereo e di terra delle truppe fedeli di Gheddafi. Lo riferiscono testimoni.
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Nuovi raid aerei si registrano questa mattina anche sulla città di Ajdabiya, in Cirenaica, che ieri insieme a Brega è riuscita a resistere agli attacchi condotti dalle brigate fedeli al leader libico Muammar Gheddafi. Secondo la tv araba 'al-Jazeera', i caccia libici stanno colpendo le basi dei ribelli presenti in città.
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Da oggi e' operativo il blocco dei beni dei sei principali componenti della famiglia Gheddafi e di 20 stretti collaboratori del regime libico. Il regolamento Ue che dispone il congelamento di tutti i fondi e le risorse economiche di queste 26 persone e' stato pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale dell'Ue ed e' entrato immediatamente in vigore.
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Dopo poche ore di tregua, è ripresa la battaglia a Brega. La città dell'est della Libia è stata fatta oggetto, questa mattina, di un raid aereo dei militari fedeli a Muammar Gheddafi. "Circa due ore fa, aerei da guerra hanno sganciato una bomba nel settore situato tra la sede di una compagnia petrolifera e una zona residenziale", ha dichiarato Fattah al-Moghrabi, un responsabile dell'ospedale di Brega. "Per quanto sappiamo, non ci sono state vittime", ha aggiunto. Il raid è stato confermato anche da altri dipendenti del nosocomio.
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I mercenari che combattono per il colonnello Muhammar Gheddafi contro la rivolta popolare in Libia sono circa 25.000 e vengono pagati tra i 300 e i 2.000 dollari con gli introiti della rendita petrolifera: lo ha detto il portavoce della Lega libica dei diritti umani Ali Zeidan.
''Ci sono circa 25.000 mercenari in Libia, ma non tutti sono stati ancora dispiegati. Sono guidati da due generali del Ciad che rispondono agli ordini dell'ambasciatore del Ciad in Libia, Daussa Deby, fratello del presidente del Ciad Idriss Deby'', ha detto ancora Zeidan, secondo cui ci sono almeno 3.000 mercenari a Tripoli e altri 3.000 intorno alla capitale. Molti di essi vengono dal Ciad, ma anche da Niger, Mali, Zimbabwe o Liberia, ha precisato il portavoce. Inoltre, sempre secondo Zeidan, gli ufficiali dei mercenari sono pagati 2.000 dollari al giorno e i soldati 300 dollari.

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