lunedì 28 marzo 2011

Pantelleria, notizie dal fronte

Filo diretto Pantelleria- Tripoli

28 marzo 2011. Dopo il salvataggio dei 22 migranti a 38 miglia a nord ovest di Pantelleria durante la notte sull'Isola sono sbarcati altri sette profughi. Sono stati intercettati dai carabinieri lungo una strada dopo una segnalazione da parte di alcuni cittadini. Anche questi sono stati trasportati al centro di prima accoglienza presso la caserma Barone in via Arenella e saranno trasferiti a Trapani con il primo traghetto in partenza dall'isola.

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''L'imperativo e' proteggere Lampedusa da ulteriori numerosi arrivi di clandestini e profughi. A nulla servono le urla del Presidente della regione Sicilia, Lombardo, ma caso mai la fattiva e piena collaborazione con i volontari e le Forze dell'ordine al lavoro 24 ore al giorno. Di certo alla regione Sicilia non mancano i mezzi e le capacita' organizzative''

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Sono oltre 200 i profughi provenienti dal Nord Africa ed in particolare dalla Tunisia che negli ultimi giorni hanno raggiunto Ventimiglia, accampandosi nella stazione ferroviaria della città di frontiera in attesa di proseguire il viaggio verso la Francia. Alcuni di loro sono riusciti ad entrare in territorio francese clandestinamente, altri sono stati respinti al confine dalla polizia transalpina e vagano per la cittadina ligure, trascorrendo la notte in strada, nei sottopassaggi della stazione o nei vagoni dei treni in sosta. Per fronteggiare una possibile emergenza sanitaria il Comune di Ventimiglia e le Ferrovie dello Stato hanno siglato un accordo che prevede l'allestimento di un centro di accoglienza temporanea all'interno dei locali dell'ex dogana francese e l'apertura per 24 ore dei servizi igienici della stazione ferroviaria.

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Se la Tunisia comincia ad applicare i blocchi alle partenze possiamo risolverla rapidamente, se non lo fa e se non lo fara' nei prossimi due giorni mercoledi' prossimo, dopodomani, nel consiglio dei ministri gia' convocato sull'emergenza immigrazione e sui rapporti con la Tunisia io proporro' i rimpatri forzati". Ad affermarlo e' il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, in un intervento telefonico a Radio Padania.

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Domenica la Nato ha preso il pieno comandato delle operazioni militari in Libia, dopo giorni di intensi negoziati sul ruolo dell'Alleanza Atlantica rispetto alla Risoluzione 1973 votata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a protezione dei civili nel conflitto. Ankara ha espresso preoccupazione per l'intervento e oggi Erdogan ha detto che ''per la Turchia è fuori questione colpire il popolo libico o lanciare bombe sul popolo libico''. Inizialmente Ankara aveva definito un ''non senso'' l'ipotesi di un intervento della Nato in Libia, ma poi ha deciso di unirsi alla coalizione internazionale, pur senza svolgere un ruolo militare attivo. Il primo ministro turco ha sottolineato come ''il ruolo della Turchia sara' quello di rititarsi dalla Libia il prima possibile'' e di ''ripristinare l'unita' e l'integrita' nel Paese in base alle richieste democratiche della popolazione''.

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Prosegue l'avanzata verso ovest dei ribelli libici che puntano su Sirte, citta' natale di Muammar Gheddafi e baluardo del regime sulla strada fra Bengasi a Tripoli. In mattinata un portavoce dei ribelli ha annunciato la conquista della citta', ma poco dopo un gruppo di giornalisti arrivati a Sirte su invito del governo ha fatto sapere che in citta' non si combatte e non c'e' ancora traccia degli insorti Questi ultimi sarebbero stati respinti all'uscita da Ben Jawad, 140 chilometri a est di Sirte. Protetti dagli attacchi aerei occidentali, i ribelli hanno comunque gia' riconquistato molte citta', tra cui i principali terminal petroliferi nell'est: Es Sider, Ras Lanuf, Brega, Zueitina e Tobruk. Sul piano diplomatico, la Russia, che si e' astenuta nell avotazione del 17 marzo all'Onu, ha sottolineato che gli attacchi occidentali alle forze di Gheddafi equivalgono a schierarsi con i ribelli. "Consideriamo questo intervento della coalizione - sono parole di Serghei Lavrov - per quello che essenzialmente e', vale a dire un intervento all'interno di una guerra civile che non e' previsto dalle Nazioni Unite".

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