lunedì 14 marzo 2011

Crisi tunisina e libica

Filo diretto Pantelleria - Tunisi - Tripoli
14 marzo 2011. Un barcone con una trentina di immigrati nordafricani è stato avvistato stamani intorno alle 7,30 a 22 miglia a Sud di Lampedusa. Il natante è stato segnalato da una nave della Marina italiana in navigazione nel Canale di Sicilia. L'arrivo dell'imbarcazione sull'isola è previsto per le 11,30. Sempre questa mattina a Lampedusa è attesa la visita della presidente del Fronte nazionale d'estrema destra francese, Marine Le Pen, e dell'eurodeputato leghista Mario Borghezio. Lo sbarco di oggi interrompe una tregua cominciata due giorni fa, e dovuta alle cattive condizioni del mare tra la Sicilia e la Tunisia.
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Fu uno dei primi oppositori del regime di Ben Ali, subendo vessazioni e violenze, sino morire, trantasettenne, per le loro conseguenze. La Tunisia del ''dopo Ben Ali'' ha deciso di rendergli omaggio, intitolandogli una delle piazze - quelle su cui s'affaccia la Casa della Cultura e la Galleria d'arte - di Ben Arous che da oggi porta il nome di Zouheir Yahyaoui.
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I mercenari, reclutati in Paesi dell'Africa equatoriale e che ora affiancano le truppe fedeli a Muammar Gheddafi, erano stati originariamente ingaggiati per dare il via ad una 'controrivoluzione' che, seminando violenza e determinando insicurezza, doveva riportare al potere in Tunisia l'x presidente Ben Ali. Lo sostiene oggi, in un articolo in prima pagina, Tunis Hebdo che indica nella moglie di Ben Ali, Leila, la regista dell'operazione.
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Almeno due barconi con a bordo 200-250 persone sono partiti oggi da Gabes, in Tunisia. Lo hanno detto all'ANSA fonti locali. I due barconi sono partiti alle 4 di questa mattina, grazie al fatto che dalla notte scorsa il mare e' calmo. Non si esclude la partenza di altri barconi.
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Se le forze di opposizione dovessero avere la meglio sul regime libico di Muammar Gheddafi, le risorse petrolifere del paese sarebbero gestite ''in base alle posizioni che i paesi stanno assumendo rispetto alla Libia in questi momenti difficili''. Lo ha detto Mustafa Abdel Jalil, ex ministro della Giustizia e attuale leader del Consiglio nazionale transitorio costituito a Bengasi, in un'intervista al Finacial Times. Tra gli stessi ribelli serpeggia la convinzione di non poter resistere, in quanto le forze del regime sono meglio equipaggiate. Sono soprattutto Cina e Russia ad apparire riluttanti rispetto all'ipotesi di una no-fly zone sulla Libia, mentre un via libera e' arrivato anche dalla Lega Araba e, in Europa, la Francia preme piu' di tutti per una decisione in questo senso.
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''Le chiederemo di premere affinche' il Consiglio di Sicurezza prenda la decisione di inviare forze militari in Libia per combattere contro Gheddafi, catturarlo e portarlo d'avanti a un giudice'', ha detto. Elogiando la Lega Araba per il suo via libera alla no-fly zone, Shalluf ha invece criticato l'Unione Africana per non aver preso una posizione netta contro il colonnello e ha ipotizzato l'uscita della Libia dall'organizzazione dopo la caduta di Gheddafi.
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Nuovi raid aerei dei caccia libici sono stati eseguiti questa mattina sulla citta' di Ajdabiya, nella Cirenaica. Lo riferiscono fonti giornalistiche alla tv araba 'al-Jazeera'. I raid hanno preso di mira in particolare l'ospedale e la caserma dell'esercito. Dopo aver preso il porto di Brega, dove secondo gli oppositori sarebbero ancora in corso i combattimenti, le brigate libiche hanno deciso di puntare su Ajdabiya. Intanto i ribelli sostengono di aver attivato sacche di resistenza all'interno di Brega e di aver catturato decine di militari fedeli a Muammar Gheddafi.
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Il Cremlino ha decretato il divieto di entrata e transito nel territorio russo per Muammar Gheddafi e i suoi familiari. Lo ha annunciato il presidente russo, Dmitri Medvedev, il quale ha aggiunto che per il Colonnello e il suo clan sara' bandita anche la possibilita' di effettuare operazioni finanziarie in Russia.

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