mercoledì 16 marzo 2011

Crisi tunisina e libica

Filo diretto Pantelleria –Tunisi -Tripoli
16 marzo 2011. Le rivolte degli ultimi mesi hanno rafforzato la voglia di cambiamento dei giovani arabi. Lo rivela un sondaggio pubblicato oggi dal Gulfnews, secondo cui in un anno il desiderio di democrazia ècresciuto dal 65 al 92 per cento. "I giovani arabi sono stati ignorati per troppo tempo", spiega Asda'a Burson-Marsteller, amministratore delegato della Sunil John, commentando i risultati di una vasta indagine che ha coinvolto 2.500 persone. "I recenti eventi in Tunisia, Egitto e Libia hanno dimostrato quanto siano importanti queste speranze e aspirazioni, e quanto sia pericoloso ignorarle".
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Duri scontri, ieri sera, nella zona dell'aeroporto di Cartagine, tra la polizia e molte decine di studenti che protestavano contro la visita a Tunisi del segretario di Stato americano Hillary Clinton. Secondo quanto si e' appreso, la polizia ha represso con durezza la protesta eseguendo dei fermi.
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''La guerra non si puo' fare: l'azione militare la comunita' internazionale non la deve, a mio avviso, non la vuole e non la puo' fare''. Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini in audizione presso le Commissioni affari esteri di Senato e Camera. Frattini ha escluso tra l'altro che l'Italia possa partecipare ad una ''coalition of willings'' in una situazione in cui ''l'Europa si e' divisa, il G8 si e' diviso, la Nato si e' divisa''.
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"Una missione di alto livello" inviata dal ministro degli Esteri Franco Frattini ha incontrato a Bengasi il Consiglio di transizione creato dall'opposizione al regime di Muammar Gheddafi, che ha presentato le sue richieste.
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Le forze di Muammar Gheddafi controllano "quasi completamente" la Cirenaica, e se il Colonnello restera' al potere si andra' verso il suo "isolamento internazionale politico ed economico". Il quadro della situazione sul terreno in Libia - dove l'avanzata militare dei lealisti sembra inarrestabile - e delle iniziative della comunita' internazionale e' stato fatto dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, di fronte alle Commissioni esteri di Camera e Senato.Il divieto di sorvolo dello spazio aereo libico rappresenta la "prospettiva piu' avanzata" per la Lega Araba e l'Unione Africana, che, pero', sono contrarie "a ogni intervento di terra". Il ministro degli Esteri ha escluso la partecipazione dell'Italia a una "coalizione dei volenterosi", come quella che si realizzo' contro l'Iraq di Saddam Hussein.
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L'aviazione governativa libica ha ripreso a bombardare Bengasi'. I raid hanno preso di mira soprattutto l'aeroporto, ma non e' chiaro se vi siano state vittime. Nel frattempo Abdel Fatah Younes, ex ministro dell'Interno schieratosi anch'egli con i ribelli, ha smentito che i lealisti siano riusciti a impadronirsi della strategica localita' di Agedabia. Younes ha assicurato che i rivoltosi hanno finto di ritirarsi, attirando cosi' gli avversari all'interno del centro urbano per poi tendere loro un agguato.
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Le forze pro-Gheddafi sono vicine a Bengasi e ''tutto sara' finito in 48 ore''. Lo ha detto il figlio del leader libico, Saif al Islam.
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La tv libica sta invitando i cittadini di Bengasi a spingere i capi della rivolta e i militari che hanno aderito alla ribellione ad arrendersi e consegnare le armi. Con un messaggio apparso sugli schermi e letto durante il telegiornale, si chiede ai cittadini della citta' della Cirenaica: "Invitate i vostri figli ad arrendersi e a consegnare le armi alle forze armate. Rientrerete tutti nell'amnistia promessa dal nostro leader Muammar Gheddafi a quanti decidono di consegnare le armi e cessare la resistenza contro le forze armate".

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