martedì 1 marzo 2011

Crisi tunisina e libica

Filo diretto Pantelleria –Tunisi – Tripoli.
1 marzo 2011. Le forze di sicurezza dell'ex presidente tunisino Ben Ali, per tentare di reprimere la 'rivolta dei gelsomini', fecero ricorso ad un uso ingiustificato e spropositato della violenza. Lo afferma Amnesty International nel rapporto su ''Tunisia in rivolta'', presentato oggi a Tunisi. E' un duro atto d'accusa contro Ben Ali e il suo regime poliziesco, che tira le conclusioni della missione di Amnesty che e' stata dal 14 al 23 febbraio nel Paese nordafricano e che apre i vari capitoli con alcune frasi raccolte tra i rivoltosi. Come quella di Walid Malahi, ferito gravemente dai poliziotti durante una protesta, e che dice che i tunisini vogliono solo due cose: ''la liberta' di lavorare e la liberta' di parlare. Per questo sono stato picchiato''.
Al governo che dovra' guidare la Tunisia verso la democrazia, Amnesty International, ha detto Malcolm Smart, direttore del programma Medio Oriente e Nord Africa, spetta il compito di costituire delle commissioni che, con inchieste ''esaustive ed indipendenti'', assicurino alla giustizia i responsabili delle violenze.
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Tunisia in primo piano nella puntata di Radio3 Mondo in onda martedi' 1 marzo alle 11.30. I tunisini danno in questi giorni una straordinaria prova di generosita' con le migliaia di persone che attraversano il confine tra Libia e Tunisia perche' il sogno libico e' finito. L'aiuto del popolo tunisino, che a proprie spese si e' mosso verso la frontiera per fornire coperte, generi alimentari e medicine e' lodevole e apre molti interrogativi sull'intervento dell'occidente e dell'Onu. C'e' il rischio di una crisi umanitaria? Anna Maria Giordano lo chiedera' a Domenico Quirico, inviato de "La Stampa" dal confine libico-tunisino.
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In precedenza, per dare un segnale alla popolazione, l'esecutivo aveva chiesto formalmente all'Arabia Saudita l'estradizione di Leila Trabelsi, moglie del deposto Ben Ali. Ma questo non e' bastato per placare il malcontento popolare. E sabato tre persone sono morte in scontri scoppiati tra manifestanti e forze di sicurezza nel centro di Tunisi, lungo Avenue Bourghiba.
Un invito ai tunisini a ''resistere'' e' arrivato anche da Zawahiri, nel terzo messaggio dall'inizio delle rivolte nel mondo arabo diffuso nelle ultime ore. Il numero due di Osama bin Laden ha invitato i tunisini ''a resistere contro l'occupante francese'' e a stabilire ''un nuovo governo che sia un modello di giustizia per i vostri fratelli''.
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Una nuova linea di credito da 73 milioni di euro per le Piccole e medie imprese (Pmi) tunisine. E' questa la parte centrale di un pacchetto di strumenti finanziari per il sostegno della ripresa del paese nordafricano, che la direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo (Dgcs) della Farnesina presentera' l'8 marzo presso la sede di Confindustria.
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''Se, come tutto fa presagire, Gheddafi e' agli sgoccioli bisogna che l'Italia e la comunita' internazionale si attivino rapidamente, tendendo la mano al popolo libico e alle sue esigenze di liberta'''. E' quanto dichiara Margherita Boniver, deputato del Pdl e presidente del comitato Schengen. ''Serve una rapida azione umanitaria per portare sollievo a tanti civili minacciati da possibili rappresaglie e mettere in salvo tutti i nostri connazionali ancora rimasti la'.
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Muammar Gheddafi "delira" e "non e' piu' in grado di governare". Cosi' l'ambasciatore degli Stati
Uniti all'Omu, Susan Rice, ha commentato il discorso pronunciato dal leader libico. A riprova del fatto che ormai sia completamente scollegato dalla realta', Rice ha sottolineato come, durante l'intervista alla Bbc, il colonnello ridesse rispondendo alle domande riguardo al massacro del suo popolo.
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"In questo momento occorre molta attenzione perche' la situazione in Libia e' in continua evoluzione". Lo afferma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in un'intervista al "Messaggero", in merito al possibile esilio di Muammar Gheddafi. "Aspettiamo - prosegue il premier - ora e' meglio non entrare in questi dettagli. Noi siamo e saremo perfettamente in linea con quanto decidera' la comunita' internazionale. Ed e' per questo che sono in stretto contatto con il presidente Obama e con il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy".
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