venerdì 18 marzo 2011

Crisi tunisina e libica

Filo diretto Pantelleria -Tunisi - Tripoli
18 marzo 2011. Un cadavere in decomposizione e' stato recuperato in mare vicino la costa di Pantelleria. Il corpo e' stato recuperato da carabinieri, guardia costiera e vigili del fuoco e trasportato nel cimitero di Kamma. L'ipotesi piu' probabile e' che il cadavere sia di un migrante morto durante la traversata dal Nordafrica verso la Sicilia .
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Tredici barconi di immigrati sarebbero salpati dalla Tunisia diretti verso Lampedusa. Lo riferiscono fonti umanitarie sull'isola. Al momento la Guardia di Finanza e' impegnata nel soccorso di un natante in difficolta' con una cinquantina di passeggeri a bordo, circa 40 miglia a Sud di Lampedusa. Dalla notte scorsa sono ripresi gli sbarchi, con l'arrivo di due gruppi di tunisini, uno di 38 persone, tra cui 3 donne, e l'altro di 39 uomini.
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Durissime critiche, dalla stampa tunisina, al segretario di Stato americano, Hillary Clinton, che ieri ha compiuto una breve visita in Tunisia, incontrando il presidente della repubblica ad interim, Foued Mebazaa, il premier, Caid Essebsi, e il ministro degli Esteri, Mouldi Kefi.
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Il Capo di Stato maggiore delle forze armate russe Nikolai Makarov esclude la possibilità di un intervento russo nelle operazioni militari contro la Libia, sancite stanotte da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. "E' fuori questione" ha detto Makarov a Interfax.
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Nonostante l'avvertimento di Tripoli - "l'Italia resti fuori" dall'intervento militare -, anche il nostro paese parteciperà alle operazioni per la no fly zone. "Non ci sottrarremo", ha confermato il ministro Ignazio La Russa. Il nostro paese potrebbe mettere a disposizione basi aeree e velivoli. Secondo quanto si è appreso, si starebbe pensando Trapani Birgi in Sicilia, e Gioia del Colle in Puglia. Nell'isola, avrà certamente un ruolo di primo piano anche la base Usa di Sigonella. Non è escluso, ma al momento appare una soluzione remota, che si possa fare ricorso anche a Pantelleria e Lampedusa.
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Il regime di Tripoli inviera' forze ''anti-terrorismo'' a Bengasi per disarmare i ribelli che detengono il controllo della citta', dove ha sede il Consiglio nazionale libico. E' quanto annuncia il figlio del Colonnello, Saif al-Islam Gaddafi, citato oggi dalla tv al-Jazeera. L'esercito si limitera' quindi ad accerchiare Bengasi, ma non entrera' nella citta', dove invece saranno inviate forze ''anti-terroristiche'' per disarmare gli oppositori. L'esercito libico, prosegue Saif al-Islam, fornira' assistenza ai residenti di Bengasi che sono intenzionati a lasciare la citta' prima della battaglia finale. Il riferimento all'uso di truppe specializzate nella lotta al terrorismo è usato Gheddafi jr a sostegno della tesi del padre Muammar, secondo cui sarebbe al-Qaeda, e lo stesso Osama Bin Laden, a guidare la rivolta contro di lui in Libia.
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''Alla buon'ora''. Cosi' il segretario del Pd, Pierluigi Bersani ha commentato la decisione Onu di intervenire in Libia con una 'no-fly zone'.
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Una fonte degli insorti ha detto ad al Azira che blindati delle forze di Gheddafi stanno bombardando Misurata da oltre tre ore e che i 'lealisti' vogliono usare civili come scudi umani contro possibili attacchi aerei delle forze internazionali. ''Blindati e truppe circondano Misurata e stanno cercando di avanzare verso il centro della citta'''. I bombardamenti durano da almeno tre ore e il numero delle vittime sta aumentando. All'attacco partecipano 25 tank, ha stimato.
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La Libia ha chiuso a tutto il traffico il suo spazio aereo, con una mossa che potrebbe anticipare l'imposizione militare della 'no fly zone' decisa dall'Onu: lo ha riferito l'organizzazione europea per il controllo del traffico aereo, citata dalla Bbc. Eurocontrol ha detto di aver ricevuto informazioni da Malta secondo cui l'autorità dell'aviazione civile di Tripoli avrebbe diramato l'avviso che non accetterà alcun velivolo nello spazio aereo libico "fino a ulteriore comunicazione".

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