lunedì 7 marzo 2011

Crisi tunisina e libica

Filo diretto Pantelleria –Tunisi -Tripoli
7 marzo 2011. Da ieri sera e' a Tunisi l'onorevole Margherita Boniver (e filopante), inviata del Ministro degli Affari esteri per le emergenze umanitarie. L'obiettivo della missione - precisa la Farnesina - e' quello di verificare con le autorita' tunisine e con i rappresentanti internazionali presenti in loco la situazione umanitaria al confine fra Tunisia e Libia in modo da valutare possibili interventi da parte italiana dopo quelli gia' varati nei giorni scorsi (l'invio di navi con derrate alimentari e materiali utili alle tendopoli, l'allestimento di un campo profughi al confine tra Libia e Tunisia).
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Nel giorno in cui il ministero degli Interni tunisino ha reso noto di avere arrestato, nel solo mese di febbraio, oltre duemila persone, dal carcere di massima sicurezza di Borj Erroumi, a Biserta, sono fuggiti 16 detenuti. Secondo fonti della sicurezza tunisina, i detenuti sono fuggiti nel piu' classico dei modi: un buco nel muro esterno della prigione. Dopo che e' stata scoperta la fuga, sulle tracce degli evasi si sono lanciati la polizia e l'esercito, sinora senza alcun esito.
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Slitta di ''due-tre mesi'' la Conferenza internazionale politico-economica sulle riforme in Tunisia, che doveva tenersi in marzo a Cartagine per definire le linee guida del Paese dopo la caduta del regime di Ben Ali. Lo ha reso il portavoce del Ministero degli Esteri tunisino, Mohammed Ben Ezzedine.
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A Lampedusa tornano gli sbarchi. Nella notte complessivamente la Guardia Costiera e la Guardia
di Finanza hanno rilevato circa mille persone sbarcate con 10 barconi provenienti dalla Tunisia.
Lo sbarco piu' consistente c'e' stato all'1,00 di notte. L'ultima imbarcazione rilevata dalla Guardia Costiera e' approdata questa mattina alle 7,30 con a bordo 128 tunisini. Tutte le persone approdate sull'isola, spiega la Guardia Costiera di Lampedusa, ''sono in buone condizioni di salute''.
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Dopo una notte di fermento e via vai, sono stati tra i 300 e i 400 gli uomini che nelle prime ore del mattino di oggi sono riusciti ad imbarcarsi al porto tunisino di Zarzis e prendere il largo diretti in Italia. Auto e camion pieni di ragazzi pronti a partire sono giunti al porto dove molti di loro hanno acquistato per 2500 dinari (1400 euro, questo l'attuale 'prezzo di mercato') il loro 'biglietto per una vita nuova'. Le 'adesioni' si raccolgono al bar dove da giorni si aggirano persone che prendono nomi e compilano liste. A decine i ragazzi arrivano sulla spiaggia al buio a fari spenti in attesa che i controlli dell'esercito si allentino e potersi cosi' imbarcare sulle piccole barche necessarie per raggiungere le quattro piu' grandi imbarcazioni che aspettano al largo.
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Per non esporre direttamente gli Stati Uniti a un intervento militare, Barack Obama ha chiesto ai sauditi di fornire armi ai ribelli libici di Bengasi contro il regime del colonnello Muammar Gheddafi. E' quanto rivela il britannico Independent, con un reportage firmato dall'autorevole corrispondente dal Medio Oriente, Robert Fisk. Secondo il quotidiano, Riad - che venerdi' dovra' affrontare il 'giorno della rabbia' della minoranza sciita e ha gia' vietato ogni tipo di manifestazione, finora non ha dato alcuna risposta; ma re Abdullah detesta il leader libico, che tra l'altro tento' di assassinarlo poco piu' tardi di un anno fa.
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Continuano gli scontri in Libia. Decine persone sono morte negli scontri tra le milizie fedeli al ledaer libico Muammar Gheddafi e i rivoltosi che sono riusciti a respingere i violenti attacchi per riprendere il controllo delle citta' costiere. “Da qualche giorno sembra che i rivoltosi stiamo ottenendo dei risultati, ma in generale sembra che le truppe fedeli a Gheddafi guadagnino terreno" afferma l'inviato della tv al Jazeera da Brega.
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Almeno 7 persone sono rimaste uccise e altre 52 ferite a Bin Jawad, in Libia, durante gli scontri tra i fedelissimi di Muammar Gheddafi e i dissidenti antiregime. Lo riferiscono fonti mediche.
**** Si svolgera' nei prossimi giorni a Sirte la battaglia decisiva delle sorti del regime di Muammar Gheddafi. Secondo una fonte libica del quotidiano arabo 'al-Sharq al-Awsat', ne è convinto lo stesso colonnello che starebbe si starebbe preparando per tenere la battaglia finale proprio nei dintorni della sua roccaforte. Il colonnello avrebbe reclutato nelle scorse settimane decine di piloti stranieri, siriani, algerini, ucraini, serbi e romeni, per i suoi caccia in modo che sferrino dei raid contro gli oppositori senza remore. Sirte è infatti considerata la capitale politica del suo regime. Anche per i leader dell'opposizione quella di Sirte sarà una battaglia decisiva per le sorti del paese.

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