giovedì 17 febbraio 2011

Crisi tunisina e libica

Pantelleria – Tunisi –Tripoli filo diretto
17 febbraio 2011.Nicolas Beau, giornalista francese specialista della Tunisia, conferma oggi sul suo blog che il deposto presidente tunisino Ben Ali ''e' stato vittima di un ictus e trasportato d'urgenza all'ospedale di Gedda. L'ex capo dello stato e' stato ricoverato nel reparto riservato ai principi sauditi sotto falsa identita', per motivi di sicurezza. Il suo stato di salute e' giudicato molto preoccupante''. Secondo le stesse fonti del giornalista francese, Ben Ali sarebbe in coma. Malato da anni, non avrebbe retto alla dura prova della fuga dalla Tunisia: ''Sua moglie, Leila Trabelsi non e' piu' al suo fianco''.
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Il neoministro del Turismo afferma in una intervista al Sole 24 Ore che "abbiamo lanciato una campagna di comunicazione per ricostruire in fretta l'immagine del paese e ci siamo impegnati a garantire la sicurezza dei turisti, fra cui molti italiani". E sulle partenze di massa commenta: "La Tunisia è sempre Africa ed è un paese del sud, i giovani guardano al nord come l'Eldorado, la rivoluzione ha paralizzato l'economia. È molto più facile salire su un barcone che avere la passione di rimanere e costruire. L'Italia è un paese amico ed è il nostro secondo partner commerciale dopo la Francia: la rivoluzione ha sorpreso il mondo ed è stata molto veloce, le nostre forze di polizia erano impegnate a mettere in sicurezza il paese, non avevamo abbastanza uomini per sorvegliare anche le coste. Ora che il problema interno è risolto riusciremo a bloccare o almeno limitare questo flusso come già abbiamo fatto in passato". Invita quindi ad avere "pazienza e comprensione.
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E' dell'85% inferiore alla media il dato delle prenotazioni per le vacanze estive in Tunisia, come rivela la rivista sul commercio dei viaggi. Un brusco calo dovuto alle recenti rivolte nel Paese, che il 14 gennaio scorso sono culminate come le dimissioni del presidente BenmAli, da 23 anni al potere.
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Il governo di transizione tunisino ha già accordato la libertà vigilata a oltre 3mila detenuti,permettendo inoltre ai condannati a morte di beneficiare dei medesimi diritti degli altri prigionieri: lo ha reso noto il Ministero della Giustizia di Tunisi, senza tuttavia precisare se il rilascio interessi detenuti politici o per reati comuni. Il Ministero ha inoltre annunciato che altri detenuti potranno beneficiare dall'amnistia generale che dovrebbe essere proclamata entro breve tempo con un apposito decreto legge. Secondo fonti delle ong nelle carceri tunisine rimarrebbero ancora fra i 300 e i 500 prigionieri politici.
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"Filo spinato a rasoio e guardie armate sul confine non sono riusciti a isolare la Libia: stretta fra la Tunisia ormai libera dal regime di Ben Ali e l'Egitto orfano di Hosni Mubarak, anche la Jamahiriya di Muhammar el Gheddafi ha accusato le scosse del terremoto che stravolge l'intero Maghreb. Non poteva restare immune, E’ presto per pensare a un rivolgimento del sistema a Tripoli, anche perche' l'economia del Paese, grazie al petrolio, va molto meglio di quella dei vicini. La contestazione e' partita a Bengasi, a nord-est, seconda citta' della Libia, da sempre poco amichevole con il colonnello: centinaia di dimostranti sono scesi in piazza per scontrarsi con i sostenitori del governo e con la polizia. Le testimonianze raccolte da Al Jazeera parlano di lacrimogeni, pallottole di gomma e idranti: a fine giornata i feriti sarebbero una quarantina e i morti due, anche se sui siti dei social network come Twitter si da notizia di 'sette martiri'.
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E' di almeno quattro morti il bilancio degli scontri che si sono registrati ieri in Libia tra manifestanti anti-Gheddafi e forze della polizia. Lo riferiscono siti dell'opposizione e organizzazioni non governative libiche all'estero, precisando che gli scontri si sono registrati nella citta' orientale di Al-Baida. Un centinaio sono invcece stati i feriti, colpiti dai gas lacrimogeni e dalle pallottole di gomma sparate dalla polizia. Intanto oggi si terra' nel Paese la 'Giornata della collera' sull'eco delle rivolte in Egitto e in Tunisia con lo stesso obiettivo: rovesciare il leader, Muammar Gheddafi, che in Libia governa da 40 anni.
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Gli oppositori del regime di Muammar Gheddafi hanno lanciato un appello a manifestare oggi in tutta la Libia nella "giornata della collera", ma gli elementi di dissuasione messi in campo dal governo sono molteplici, e gli scontri ad Al Beida, terza citta' nel Paese, dove nella notte ci sarebbero stati diversi morti, evocano il rischio di un duro confronto.La reazione delle forze di sicurezza libica, secondo quanto riportano siti di opposizione questa mattina. si Intanto, la televisione libica ha trasmesso solo immagini di manifestazioni di supporto a Gheddafi e la stampa, anche la più riformista, non ha citato gli scontri di ieri a Bengasi.

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