martedì 22 febbraio 2011

Crisi tunisina e libica

Filo diretto Pantelleria – Tunisi - Tripoli
22 febbraio 2011. "E' sconvolgente la rapidita' del contagio dei disordini che dall'Algeria allo Yemen al Golfo Persico stanno creando una realta' nuova. Ma questa non assomiglia neppure lontanamente al 1989 che ha portato all'avvento di regimi democratici in Europa perche' chi mantiene il potere in Egitto e Tunisia e' sostanzialmente l'esercito". Cosi' Magdi Cristiano Allam intervistato da Maurizio Beklpietro nel corso de "La telefonata" su Canale 5.
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Il governo tunisino ha formalmente chiesto all'Arabia Saudita l'estradizione di Leila Trabelsi, moglie del deposto presidente Zine el Abdine Ben Ali'. Lo ha riferito l'agenzia stampa tunisina Tap, che cita un funzionario del ministero degli Esteri. Ben Ali' e i suoi familiari si sono rifugiati a gennaio in Arabia Saudita.
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Il gesuita egiziano docente al Pontificio Istituto orientale, Samir Khalil, rilevando che "la Libia tra tutti i paesi del mondo arabo e' quello dove si avverte il bisogno maggiore di una rivoluzione".
Quanto alle rivolte di Tunisia, Egitto, Bahrain, Marocco e ora la Libia, l'islamologo afferma che "e' la nostra primavera di Praga", ritenendo che "nulla sara' piu' come prima. Il movimento sfaccettato e variegato del mondo arabo-sottolinea- e' un cambiamento globale in via di evoluzione verso regimi maggiormente democratici".
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Alla vigilia della rivolta Muammar Gheddafi avrebbe fatto eliminare i vertici dell'esercito, uccidendo molti ufficiali che credeva potessero rivoltarsi contro di lui. E' quanto sostiene l'ufficiale dell'aereonautica militare libica, Qasim Najiya, nel corso di un'intervista alla tv araba 'al-Jazeera'. L'ufficiale ha inoltre chiesto ai manifestanti "di occupare tutti gli aeroporti per bloccare Gheddafi". Sempre la tv qatariota ha annunciato la defezione di molti generali e ufficiali dell'esercito libico.
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In un messaggio postato su Facebook dal sito di opposizione libica ''17 febbraio'' gli abitanti della regione occidentale della Libia, dalla citta' di Nalut fino a Gherban, hanno minacciato di tagliare le forniture di gas all'Italia e all'Ue. ''Dopo il silenzio che avete osservato sui massacro perpetrato da Gheddafi, abbiamo deciso di tagliare il gas libico che parte dal campo d Al Wafa e che passa per la nostra regione verso l'Italia e il nord dell'Europa attraverso il Mediterraneo'', si legge nel messaggio.
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Le notizie che giungono dalla Libia mostrano "un quadro drammatico e inaccettabile sotto il profilo della violenza che sembra non avere fine su manifestanti tra i quali possono esserci infiltrati", secondo Margherita Boniver (Pdl). Intervenuta a 'Otto e mezzo' (La7), Boniver denuncia il "caos che sta raggiungendo picchi molto pericolosi e "l'ipercondannabile versamento di sangue" di persone "che si ribellano contro il regime quarantennale di Gheddafi" colpite "da parte di milizie o della polizia, forse non dell'esercito". Il trattato firmato dal Governo Berlusconi con la Libia due anni fa, ha dettola parlamentare di maggioranza, "ha dato i suoi frutti".
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La situazione in Libia e in tutto il Nord Africa "rischia di cambiare gli equilibri in alcune aree del mondo". Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, nel corso del suo intervento in apertura dei lavori degli stati generali della città per Roma Capitale. C'è qualcosa alle porte di casa - ha detto Letta - che brucia e che rischia di cambiare gli equilibri in alcune aree del mondo e la presenza stessa dell'Italia e dell'Europa in quelle aree".

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