giovedì 10 febbraio 2011

Crisi tunisina: filo diretto Tunisi -Pantelleria

Osservatorio Tunisia – Pantelleria
10 febbraio 2011. Il presidente tunisino ad interim, Fued Mebazaa, ha annunciato l'apertura "prossimamente" di "negoziati sociali su scala nazionale", in un discorso alla tv nazionale, qualche ora dopo essere stato investito dal Parlamento del potere di emettere decreti-legge. E' la prima volta che il presidente si rivolge direttamente ai tunisini dalla sua entrata in carica lo scorso 15 gennaio, all'indomani della fuga all'estero del presidente Ben Ali. "Questi negoziati sociali saranno la miglior cornice di dialogo e concertazione entro la quale regolare la situazione sociali di tutte le categorie del popolo e di tutti i settori", ha detto Mebazaa che ha rivolto un appello ai suoi compatrioti "di essere pazienti". "Le vostre richieste sono legittime, ma dovete capire la situazione difficile con la quale il paese deve confrontarsi", ha spiegato il presidente ad interim
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“I Fratelli Musulmani sono pericolosi, non fanno gli interessi del popolo, ne' quelli della religione, ne' quelli del dialogo''. A sostenere il rischio di una ''islamizzazione fondamentalista'' in Egitto e Tunisia non e' stato un politico europeo conservatore, ma l'imam della moschea Al-Wahid di Milano, Yahya Pallavicini, a margine del seminario organizzato dal Ppe al Parlamento europeo sulle politiche di integrazione e inclusione dell'islam in Europa.
La ventata di rivoluzione che sta attraversando la regione, secondo l'imam non ha fondamento religioso. ''La maggioranza che vuole il cambiamento - ha affermato - lo vuole solo per motivi civili e culturali, per affermare se stessa. D'altra parte in entrambi i paesi la religione non e' mai stata una problematica particolarmente importante. Ma condivido i timori di chi pensa che ci possano essere personaggi e movimenti legati alla Fratellanza musulmana che vogliono approfittare della situazione e che abbiano come obiettivo quello di infiltrarsi''
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Con la situazione di instabilita' in Tunisia "c'e' il rischio che gli ultimi sbarchi sulle costeitaliane in questi giorni abbiamo portato molti evasi dalle carceri, e che vi possano essere degli infiltrati di Al Qaeda del Maghreb". Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni, parlando con i giornalisti al Senato. Per il titolare del Viminale la situazione "non e' di allarme rosso, ma potrebbe diventarlo".

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