martedì 8 febbraio 2011

Crisi tunisina: filo diretto Tunisi - Pantelleria

Finalmente sono tornati i quotidiani nelle edicole del centro. Ma per Pantelleria è impossibile trascurare quanto accade nella dirimpettaia Tunisia. Per sopperire al mancato arrivo dei quotidiani nelle contrade continueremo ad informare sull’evoluzione della crisi tunisina.

8 febbraio 2011. La guardia costiera di Pantelleria ha intercettato una barca di 12 metri, con a bordo 47 clandestini, a circa 3 miglia al largo dell’isola. A lanciare l'allarme e' stato un peschereccio. L'imbarcazione e' stata scortata fino al porto di Pantelleria. Gli immigrati sono stati condotti a Trapani nel centro di primo soccorso. Quattro uomini, i presunti scafisti, sono stati arrestati dai carabinieri.
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Il ministero della Difesa tunisino ha deciso ieri sera di richiamare i riservisti in pensione da cinque
anni e soldati di leva, segnale di una tensione persistente nel Paese. Secondo un comunicato ufficiale, trasmesso dall'agenzia di stampa Tap, il ministero ha chiamato i militari in andati in pensione tra il 2006 e il 2010 e quelli di leva dalla fine del 2008 e tutto il 2009 a presentarsi "nei centri regionali di leva e di mobilitazione più vicini ai loro luoghi di residenza, dal 16 febbraio ". L'esercito tunisino conta circa 45.000 uomini. Dalla caduta del presidente Ben Ali il 14 gennaio, il governo di transizione di Mohammed Ghannouchi deve fronteggiare forti tensioni e contestazioni, prima a Tunisi e poi un po' ovunque in provincia. Molti membri del governo hanno parlato in questi ultimi giorni di un "complotto" contro la rivoluzione che, secondo loro, sarebbe opera di sostenitori o uomini di Rcd (Raggruppamento Costituzionale Democratico) dell'ex presidente, partito che è stato sospeso domenica.
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La Camera dei deputati tunisina ha approvato un progetto di legge che conferisce pieni poteri al presidente ad interim Fouad Mebazaa per la gestione della fase di transizione politica. Lo scrive l'agenzia ufficiale tunisina Tap, spiegando che, in particolare, e' stato conferito al presidente il potere di legiferare per decreti, evitando quindi di dover ottenere per ogni riforma il voto del parlamento, ancora dominato dai deputati dell'ex partito del deposto presidente Zine el-Abidine Ben Ali. La misura e' stata approvata a larga maggioranza, con 177 voti a favore e 16 contrari, ma necessita ancora del via libera del Senato.
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Il 97,6% dei tunisini sono ottimisti sul futuro del Paese nel post-Ban Ali. Lo rileva un sondaggio di opinione realizzato da Sigma Conseil, presentato come il primo in assoluto effettuato in Tunisia.
Degli intervistati (un campione di 1.250 persone di età superiore a 18 anni e di tutte le categorie sociali), il 91% ritiene che la rivoluzione abbia migliorato l'immagine della Tunisia e il 97% e' disposto ad affrontare sacrifici che il periodo di transizione comporta.
Per il 95% degli interpellati i principali attori della rivoluzione sono stati i giovani, quindi i meno abbienti (87%) ed i disoccupati (85%); e' ritenuto determinante anche il ruolo dell' esercito (91%), contro il 46% del sindacato (allora unico) Ugtt.
Per cio' che riguarda la politica, il governo di transizione gode della fiducia del 68%, con un 62% che si e' espresso favorevolmente sull'attuale primo ministro Mohamed Ghannouchi; per il 17,2%, invece, il governo attuale dovrebbe andarsene immediatamente. Poco lusinghiera la percentuale di fiducia nella polizia (51%), contro il 79% dell' esercito.
Nel campo della politica emerge tuttavia ancora la maggiore incertezza, che riguarda le elezioni previste fra sei mesi: sebbene il 95% degli intervistati abbia affermato che intende recarsi alle urne, il 75% ha dichiarato di non avere ancora un'idea chiara su chi votare. Tra i politici che hanno riscosso qualche consenso vi sono Nejib Chebbi -esponente del Pdp e attuale ministro per lo Sviluppo regionale- (8%), Rachid Ammar -capo di stato maggiore dell'esercito tunisino- (4,4%) e il primo ministro Mohammed Ghannouchi (3,7%). Ora come ora il partito più conosciuto è l'Rcd, seguito da Ennahdha (partito islamico messo fuori legge da Ben Ali) e Pdp, ma il 48% ammette di non conoscerne nessuno (58% per le donne). .

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