venerdì 11 febbraio 2011

Crisi tunisina: filo diretto Tunisi -Pantelleria

Osservatorio Tunisia – Pantelleria
11 febbraio 2011 "C'e' il rischio di una vera e propria emergenza umanitaria, con l'arrivo di centinaia di persone sulle
coste italiane in fuga dai paesi del Maghreb". Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni, parlando con i giornalisti a Venezia. "La crisi di quei paesi sta provocando una fuga di massa, in particolare dalla Tunisia verso l'Italia", ha sottolineato Maroni, che in merito agli ultimi frequenti sbarchi a Lampedusa, ha spiegato: "Ho gia' convocato per giovedi' prossimo un Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza al quale ho invitato anche il ministero degli Esteri per decidere le misure piu' idonee e ho chiesto anche il coinvolgimento della Commissione Europea". Secondo il ministro dell'Interno "gli strumenti necessari per risolvere la situazione non possono essere messi in campo solo dall'Italia".
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Si e' riaperta ''l'autostrada del mare'' nel Canale di Sicilia. A solcarla sono stati, negli ultimi giorni, decine di barconi di migranti in fuga dalla Tunisia, dopo la caduta del regime di Ben Ali, verso le coste siciliane. E per fronteggiare la nuova emergenza il ministro degli Esteri, Franco Frattini, invoca un ''Piano Marshall dell'Europa per il Mediterraneo''.
Meta preferita di questo esodo dal nord Africa sono le isole Pelagie e Pantelleria. Negli ultimi due giorni sono giunti oltre 500 extracomunitari in diversi sbarchi. Si susseguono, anche le segnalazioni di altre ''carrette'', finora sei, in arrivo, con centinaia di migranti a bordo. Pantelleria, che dista poche decine di miglia dalle coste tunisine, sta diventando meta degli sbarchi di gente in fuga. Un gommone con sette extracomunitari e' stato soccorso al largo dell'isola da una motovedetta della Capitaneria di Porto, dopo una segnalazione da parte di una nave mercantile. Gli immigrati sono stati accompagnati in ospedale per un principio di assideramento. E poi trasferiti a Trapani con il traghetto di linea.
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Dal porto di Zarzis (sulla costa sud della Tunisia) sono partiti diretti verso l'Italia, tra lunedi' e martedi', dodici battelli con a bordo un migliaio di giovani clandestini. Lo riferisce l'edizione odierna del quotidiano francofono La Presse, asserendo che il tutto è avvenuto (ed avviene) alla luce del sole, con gli intermediari che vendono i passaggi rilasciando "regolari" biglietti di imbarco.
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Proseguono contestazioni e atti di violenza in Tunisia dopo le ultime proteste nei giorni scorsi contro i governatori nominati una settimana fa. A Sidi Thabet, nel governatorato dell'Ariana (periferia nord di Tunisi), un centinaio di persone hanno assaltato il commissariato di polizia "senza alcun motivo", secondo quanto specificato da una nota del ministero dell'Interno.
Gli assalitori hanno ferito un agente, distrutto documenti e danneggiato la sede. Incendiata anche un'auto di proprietà di un poliziotto. L'intervento di un'unità dell'esercito ha messo in fuga gli aggressori, due dei quali sono stati arrestati. Il posto di polizia era già stato assaltato e incendiato nei primi giorni della rivolta popolare in Tunisia. A Tozeur (alle porte del Sahara), martedi' notte, un gruppo di giovani mascherati ha lanciato bottiglie incendiarie contro un edificio della guardia nazionale. Gli agenti hanno messo in fuga gli aggressori sparando colpi di arma da fuoco a scopo intimidatorio. Altri tentativi di incendio, non riusciti, hanno invece preso di mira il posto di polizia di Sfax sud. A Sousse, gruppi armati hanno attaccato ancora una volta delle scuole, seminando il panico. Polizia ed esercito sono intervenuti, arrestando "un gran numero di agitatori".

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